Il sogno del monaco guerriero


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...Il Monaco Guerriero insegue un sogno, una passione, e se la sua anima è integra, centrata, priva di paura, allora irradia intorno a sé una Forza che attira le circostanze, il denaro, i collaboratori, altri monaci-guerrieri che lo aiuteranno a realizzare il suo progetto. Solo lui ne è il responsabile, solo lui può realizzarlo o farlo fallire. 

Il successo esterno è sempre il prodotto naturale dello sviluppo dell’anima d’un individuo. Il vero leader sa che le basi del successo d’un’impresa si costruiscono all’interno di sé. Se l’anima è impeccabile, l’azione sarà sicura e il risultato certo. 

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Nelle antiche scuole iniziatiche l’addestramento del Guerriero dello Spirito è sempre stato distribuito su tre livelli: fisico, emotivo e mentale. Il Monaco Guerriero alla fine del suo lungo addestramento di norma è capace di consumare un solo pasto al giorno e dormire tre o quattro ore per notte. Mangiare solo l’essenziale fa sì che non si abbia bisogno di dormire molto. Ma  per mangiare e dormire poco è necessario introdurre energia in altro modo, la regola infatti è che non si può togliere niente in maniera forzata, ma si deve sempre sostituire. Lo scopo non consiste nello sforzarsi di mangiare o dormire come un grande monaco-guerriero – il che sarebbe un’imitazione esterna – bensì nell’addestrarsi come lui. 

Come conseguenza di tale addestramento verrà incrementato il livello di energia interiore, e se a questo punto il corpo richiederà di mangiare e dormire in minor misura il praticante seguirà questo sentire, altrimenti non si sforzerà di modificare alcun comportamento esterno. Non si devono confondere la causa con l’effetto, né mettere il carro davanti ai buoi. Per avere più energia a disposizione è necessario addestrarsi. L’addestramento, oltre che un’attività fisica regolare, comprende un duro lavoro sugli altri due livelli: emotivo e mentale. Da qui il monaco-guerriero ricava la maggior quantità di energia. Sul piano emotivo e su quello mentale ci sono alcune regole cui attenersi. L’autosservazione, lo sforzo di non lamentarsi mai, di non giudicare il comportamento degli altri, la capacità di stare sul dolore senza fuggire... tutto ciò rende integro, inattaccabile, invulnerabile l’essere interiore, e con il tempo porta serenità, successo e abbondanza anche sul piano materiale.  

 La disciplina mentale consiste nell’eliminare la lamentela, la critica, il pettegolezzo e il giudizio dalla propria vita. Detto in una frase: smetterla di buttare addosso al mondo esterno la responsabilità per quanto ci accade. D’altronde che senso avrebbe per il guerriero incolpare il mondo di qualcosa che non va, quando sa bene che è lui stesso a creare inconsciamente le sue fortune e i suoi dolori? Smettendo di lamentarsi egli acquisisce sempre più potere interiore. [ si veda a tal proposito il mio libro  Risvegliare la macchina biologica ].

La disciplina emotiva, inizialmente, consiste nel non esprimere all’esterno le emozioni negative; il che non significa non provare più rabbia o gelosia, ma solo non esprimerle all’esterno attraverso parole, azioni, espressioni facciali, tono della voce. Ciò fa sì che si accumuli energia all’interno. Non è questa la sede per approfondire l’argomento – che ho già trattato negli altri miei libri – ma si badi bene che ciò non ha nulla a che vedere con la repressione delle emozioni. È come un gioco: non far capire all’esterno cosa stiamo provando. 

Questo permette di osservare con accuratezza l’entità delle energie che si spostano al nostro interno. E per i nostri scopi è più che sufficiente. 

Stralcio di un saggio di Salvatore Brizzi 
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