"Sulla percezione e sull'anima"... Un contributo alla conoscenza dell’opera di Giuseppe Calligaris


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Dagli studi anatomici sul sistema nervoso condotti dall’ing. Marco Todeschini, si evince attraverso quale modalità l’anima immateriale, per mezzo dei cinque sensi, percepisca l’universo fenomenico. Todeschini descrive appunto come i sensi, composti da recettori di varia fattura (fotocellula, martelletti, corpuscoli del derma, ecc.), siano investiti da stimoli, (luminosi, sonori, ecc.), e generino una corrente continua che circola attraverso una coppia di nervi fino a raggiungere il telencefalo.

Ogni recettore ha infatti la capacità e la funzione di trasformare in corrente, l’urto che riceve, provocato dall’accelerazione del fluido eterico che vibra, oscilla, ecc. a seconda dello stimolo.
Ogni recettore, dunque, invia un segnale elettrico sino al piano di simmetria del telencefalo, attraverso una coppia di fili (nervi), che là si interrompono, rilasciando nuovamente nell’etere la vibrazione (elettromagnetica) della corrente che in essi viaggia nei due versi. 

Nello stesso piano di simmetria, ove come è noto vi sono ghiandole non bilobate, l’epifisi (pineale) e altre, si realizza il contatto tra il corpo materiale e l’anima immateriale, per mezzo del corpo eterico, che è anch’esso immateriale e che permea, avvolge (aura) e sostiene il corpo fisico, trasferendo alla materia corporea le informazioni della coscienza individuale (anima), che altro non è che una porzione della Coscienza Universale (spirito).

L’anima, riduttivamente ed erroneamente chiamata psiche (termine che indica invece un ente materiale quale porzione del cervello), legge le informazioni dei sensi corporei nel piano celebrale di simmetria del telencefalo e rappresenta nel teatro della mente l’universo fenomenico.

Siccome i pensieri, e la stessa mente sembrano avere sede in un luogo fisico identificato con la testa, si è generato l’illusione che l’occhio interiore, o terzo occhio (l’anima insomma), risieda nel corpo, in realtà questa permea il corpo ma non ne è la sede, i pensieri, i sogni, le allucinazioni, ecc, si inscenano nella mente immateriale ma vengono percepiti come generati nella testa solo per via del corpo eterico, che è l’interfaccia tra l’anima duale e immateriale ed il corpo fisico. L’anima, che è colei che in ultima istanza percepisce, non ha dunque una sede materica finita, essa e diffusa al pari di quella Universale, e si interfaccia al corpo fisico tramite quello eterico, il sistema nervoso, ecc, fornendo attraverso la mente l’illusione di avere sede dove appaiono i pensieri.

Ma va aggiunto che l’anima per sentire non ha bisogno dei sensi e/o di un sistema nervoso, ad esempio le piante non hanno un sistema nervoso, ma sono ugualmente acutamente sensibili. L’anima quindi potenzialmente può vedere il Tutto nel quale è immersa eppure non accade, cos’è che la rende parzialmente cieca? La luce, ad esempio, non è fatta altro che di vibrazioni eteriche trasversali al pari delle onde radio e di quelle cosmiche, ma tutte queste vibrazioni sono buie, sono solo delle oscillazioni del fluido eterico, solo l’anima interpreta come luce una banda ristretta di queste onde. Se l’anima duale non ereditasse questa restrizione potrebbe vedere qualunque fenomeno dell’universo oggetto della sua attenzione. Questa restrizione è causata dal condizionamento acquisito dopo la nascita ed ereditato dalle vite precedenti, che relega la percezione dell’anima ai soli impulsi vibratori emanati dai sensi corporei lasciando al vivente una visione ridotta.

In realtà l’anima, essendo della stessa natura della Realtà, è immersa in essa e continuamente connessa ad essa, ossia al Tutto, quindi è potenzialmente capace di assistere a qualsiasi espressione fenomenica dell’universo, di fatto qualsiasi fenomeno che crea vibrazioni eteriche è individuabile dall’anima duale e rappresentabile nella mente.

Ogni corpo materiale dell’universo, essendo composto di materia vorticante e vibrante imprime all’etere oscillazioni che si diffondono al suo intorno, queste emanazioni prodotte da tutta la materia nell’universo fanno si che ogni sua parte sia investita dalle vibrazioni di un’altra e in questo modo ogni parte risulta collegata col Tutto e viceversa.

Come l’anima legge, vede e interpreta, secondo la propria esperienza conoscitiva, le vibrazioni eteriche emesse nel piano di simmetria del telencefalo dalla corrente fuoriuscente dai nervi che vi affluiscono provenienti dai recettori nervosi; così legge, vede e interpreta sempre attraverso il piano di simmetria cerebrale, tutte le vibrazioni che circolano nell’etere, vibrazioni provenienti da tutto l’universo fenomenico che là giungono attraverso la mediazione del corpo eterico.

L’anima riceve continuamente queste emanazioni, e qualora verrà indirizzata l’attenzione della coscienza individuale verso un oggetto specifico, sarà possibile figurarlo nella mente dell’osservatore. Nel caso del corpo umano queste vibrazioni provenienti da tutto lo spazio circostante si proiettano sull’epitelio del corpo fisico. Nel caso della superficie terrestre, la rappresentazione dell’universo, si ottiene attraverso linee e piani energetici che sono in collegamento con altri mondi, e così via.

L’anima è dunque l’osservatrice, mentre la mente solo il luogo ove si compone la scena. Il dott. Giuseppe Calligaris sfrutta a pieno questa dinamica già intuita dal Buddha. Ossia utilizza la visione interiore per osservare con la mente qualsiasi oggetto esterno al corpo, ma anche all’interno del corpo stesso.

Vediamo già come l’iridologo può ricostruire il riflesso del corpo umano sull’iride, mentre in riflessologia plantare il dottore utilizza il piede per curare un malanno, e poiché anche tutte le emanazioni vibratorie delle sostanze costituenti i visceri, si riflettono su di una porzione corporea, il dott. Calligaris utilizzerà la mano, rintracciando però una triplice associazione, quella tra la linea sulla mano, un corrispondente viscere ed un sentimento.
Questo vuol dire che anche solo su un mignolo si riflette l’intero universo, ovvio che però per rappresentare qualcosa di grande è meglio usare una superficie più ampia, Calligaris infatti sonderà l’intero epitelio del corpo.

Quindi riflettendosi sull’epitelio lo spazio circostante, si ha che per ogni punto, linea, placca (area circolare), banda (area rettangolare) e campo, passa una connessione con un oggetto dell’universo, questo sempre, in continuazione, per il passato, nel presente e per il probabile futuro. Come osservarlo, come separarlo dal resto per vedere solo l’oggetto di indagine? Amplificando quel percorso energetico (eterico) specifico che va dal punto preciso del derma fino al piano del telencefalo, quel punto specifico del derma sul quale si proietta la vibrazione dell’oggetto da indagare.


Per osservare l’oggetto va amplificata l’intensità della corrente eterica tra pelle e telencefalo, in modo che questa emerga tra le altre. Questo avviene per mezzo della stimolazione atta a iper sensibilizzare il derma attraverso un’azione meccanica (martelletto), termica (corpo freddo) o direttamente per mezzo di uno stimolo elettrico; infatti sappiamo che per mezzo di questi stimoli si crea nelle strutture molecolari (nel nostro caso della pelle), un disequilibrio momentaneo che va poi a ristabilirsi generando vari effetti tra cui anche una corrente, la stessa che non più attraverso i nervi dei 5 sensi, ma attraverso il corpo eterico raggiungerà il telencefalo e l’anima. Il dott. Calligaris, grazie a questa tecnica, indagherà per decenni utilizzando pazienti ignari e sensitivi, compilando una letteratura molto vasta e specialistica, dispiace che veramente pochi, soprattutto tra i suoi colleghi conoscano e apprezzino la sua opera.

Giuseppe Moscatello - pep65@tiscali.it

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