Femminino sacro - "La donna scelse la conoscenza e la libertà e l'arconte ne fu adirato.."



Il motivo per cui i maestri dello Gnosticismo antico entrarono in
competizione con i cristiani non verteva sul fatto che essi
rivendicassero un'origine comune rispetto alla Grande Chiesa. Gli
Gnostici, piuttosto, dichiararono se stessi e la loro dottrina
discendenti da figure secondarie quali Tommaso, Giacomo il Giusto,
Maria Maddalena, Salomé. Non a caso rappresentò una novità la radicale
rivalutazione dell'elemento femminile all'interno della mitologia
religiosa giudaico-cristiana e dell'immaginario collettivo. I vangeli
gnostici (e apocrifi) contengono una vasta galleria di "donne
dimenticate", protagoniste e testimoni di una forma di spiritualità
perduta, un cristianesimo prima del cristianesimo, i cui principi,
certamente, furono ben differenti da quelli codificati all'interno dei
vari concili ecumenici. In codesto ambiente cristiano primitivo e
autentico, che da tempo rappresenta una verità storica in grado di
suscitare un sempre più crescente interesse, il femmineo era venerato
quale principio divino e le donne detenevano il ruolo di sacerdotesse
e maestre d'iniziazione. Risulta fondamentale, a tal proposito,
rimembrare un personaggio qual era Simon Mago, considerato esser il
primo grande fondatore del movimento Gnostico in Samaria; celebri
divennero le sue costanti apparizioni fra gli adepti, a fianco della
sua Elena, una mediatrice, da lui annunciata quale incarnazione della
Sophia.

L'intento gnostico non si affermò tanto mediante il recupero di un
antico culto matriarcale, quanto piuttosto in un atto di contrasto nei
confronti del rigido sistema patriarcale dominante manifestatosi
all'interno dell'ebraismo, in modo da consentire un reale accostamento
al culto solare su base antimaterialista ed esoterica, affiancando il
Dio alla propria legittima controparte femminile, la dea Madre sovrana
dei mondi lunari, inconsci, attraverso la cui fecondazione è possibile
la nascita del filius macrocosmi.

Per questo motivo, infatti, accanto alla Maddalena, a Salomè, Eva,
Norea, Maria di Nazareth è essenziale ricordare le diverse identità
femminili assunte dal Dio Primigenio gnostico: da Barbelo a Bronte, da
Sophia a Elena, fino a Lilith, la donna-demone.

La portata di questo cambiamento culturale fu dirompente e, senza
alcun dubbio, spiega l’ostilità a cui la Gnosi andò incontro e l’oblio
a cui fu condannata.

La donna era, dunque, una sorta di "sacro mediatore"; ella deteneva
una funzione di elemento intermediario fra il mondo terreno della
caduta, del caos e delle passioni e il mondo superiore della
rettificazione e della pienezza; in quanto naturalmente dotata di
grandi capacità percettive, immaginative e intuitive, assolveva al
ruolo di interprete del Verbo, della parola dell'uomo (il Logos), il
mago, presso il quale intercedeva durante l'iniziazione.

Rifacendosi ad una tale premessa, risulta al quanto facile constatare
come, questo particolare modus operandi fosse chiaramente riportato
nei miti gnostici al fine di tramandare, per via simbolica, una vera e
propria procedura iniziatica, una serie di condotte, alle quali i
discepoli dovevano rigorosamente attenersi se realmente intenzionati
ad adoperarsi in vita per risvegliare il Soter assopito nella mente
traviata dal disordine della morale e delle altre sbarre psicologiche.
L'audace interpretazione gnostica del mito di Eva è, ad esempio, una
delle tante a celare un particolare tipo di insegnamento, di condotta,
sperimentati dai maestri che avevano così raggiunto – si mutuano, qui,
le parole del Moraldi - "una profonda e completa libertà interiore",
codesto insegnamento, perciò, veniva tramandato in segreto al neofita.

La medesima leggenda ebraica che vede come protagonista il demone
ribelle Lilith fu particolarmente favorita dagli Gnostici. Lilith,
infatti, era la sola figura ad esser depositaria di una grande
conoscenza, quella del nome impronunciabile di Dio. Ecco, dunque, il
rivelarsi del messaggio essenzialmente teurgico di tale vicenda, ed in
seguito erroneamente interpretato dai culti dell'era moderna qual
becera manifestazione di femminismo estremista. Lilith è,
sostanzialmente, il primo esempio mitologico di Teurgia.

Inoltre, si ritrovò ad incarnare un certo spirito di ribellione,
potente espressione della differente natura pneumatica ed
incorruttibile da lei posseduta rispetto ai progenitori Adamo ed Eva.
Lilith simbolizza la tendenza in ogni uomo alla completa libertà,
all'anarchia. Eva, invero, rappresenta tutt'altro: ella è una parte
integrante di Adamo, è il suo lato destro, il suo proprio interprete,
e per questo spesso, nei testi gnostici, è descritta quale custode del
seme di Sophia, oppure, accostata alla figura del Serpente, le cui
parole di seduzione vengon fatte risalire a lei medesima(1).

E' la funzione cerebrale immaginativa, percettiva, che a causa della
brusca e violenta separazione compiuta per mano del Demiurgo, venne
relegata nell'inconscio e dimenticata(2).
Fu proprio tal sottile, misteriosa funzione di intuizione ad aver
condotto Adamo a nutrirsi dell'Albero del Bene e del Male.

"Gli arconti si consigliarono l’un l’altro e dissero, “Andiamo,
apportiamo il sonno in Adamo!” Ed egli si addormentò. Ora il sonno è
l’ignoranza che essi fecero venire su di lui, ed egli si addormentò.
Essi aprirono il suo lato; formarono il suo lato come una donna viva e
al suo posto misero della carne e Adamo diventò completamente
psichico. Andò da lui la donna dotata di spirito, parlò con lui e gli
disse, “Adamo, alzati!”. Allorché la vide, egli disse, “Tu sei colei
che mi ha dato la vita! Sarai chiamata ‘madre dei viventi’ – poiché
lei è mia madre, lei è la medichessa, la donna, colei che ho
generato."
(Ipostasi degli Arconti)


Valentina Achamoth

http://tradizionegnostica.blogspot.it/




NOTE:

(1) "Questo serpente universale è anche la Parola sapiente di Eva.
Questo è il mistero dell'Eden: questo è il fiume che scorre
dall'Eden." (Ippolito, Refut. V, 16, 9 s.)

(2) "Allora, adirato, il dio arconte degli eoni e delle forze ci
divise: noi diventammo due eoni, e così la Gloria che era nel nostro
cuore, abbandonò me e tua madre Eva; e con essa (la Gloria) la prima
conoscenza che soffiava dentro di noi." (Apocalisse di Adamo 20-24)


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