Tutti i mali del mondo iniziano sul nostro desco

In che modo si manifesta il male nel mondo e nella vita di una persona? Sicuramente attraverso l’ingiustizia, la violenza, le malattie, la fame, l’ignoranza, la guerra. Quale è la causa?
Sicuramente è l’egoismo, la sete di potere e di denaro, la mancanza di sensibilità umana, l’indifferenza verso chi soffre, l’incapacità di immedesimarsi nel dolore della vittima. E che cos’è che impedisce all’essere umano di sviluppare una coscienza giusta, sensibile, fraterna e solidale, una mentalità libera dal desiderio di prevaricare sugli altri? Sicuramente la mancanza di educazione della massa ai valori fondamentali della vita, al rispetto della diversità, al rifiuto della violenza, al senso critico costruttivo.
E che cos’è che genera questa cultura che inclina l’essere umano alla violenza, all’indifferenza vero la sofferenza dell’altro, alla mancanza di compassione? Sicuramente è la visione antropocentrica che da millenni inclina l’essere umano a considerare sacrificabile ogni forma di vita non umana e lo inclina al disprezzo delle diversità formali e sostanziali componenti la vita, abituandolo a convivere con la logica della supremazia del più forte sul più debole. Se l’essere umano viene abituato, legittimato a sfruttare, sottomettere, violentare, uccidere gli animali ed ogni forma di vita, sperare poi che non abbia la propensione alla violenza e all’ingiustizia anche verso i suoi simili è pura illusione.
Da quando per estreme necessità di sopravvivenza la specie umana si nutrì della carne degli animali abbattuti l’uomo è diventato il più insensibile e spietato dei predatori; continuare a mangiare la carne significa perdurare nello stato di primordiale perversione che si esprime anche nei confronti degli esseri umani.
E’ l’abitudine a massacrare e a mangiare animali ciò che causa i più gravi problemi al genere umano, ciò che impedisce non solo lo sviluppo della vitale valorizzazione delle diversità ma della sensibilità umana, del senso di giustizia e di quell’intelligenza positiva imprescindibili per la realizzazione di un mondo finalmente libero dall’abuso, dalla violenza, dalla malattia, dalla miseria, dall’ignoranza, dal dolore.
Se si educasse la popolazione al sacro rispetto della vita di ogni essere vivente, ad apprezzare la diversità biologica nel suo intrinseco valore, a percepire l’anelito all’esistenza di ogni creatura non umana, come potrebbe l’uomo non amare e rispettare il suo simile? Ma tre sono le cause che precludono l’evoluzione morale, la vera cultura e la vera democrazia: 1) i mezzi di informazione al servizio del potere economico; 2) l’antropocentrismo religioso e non solo; 3) la medicina convenzionale. Questi generano simultaneamente ignoranza, malattia ed ingiustizia, incentivano, avallando, promuovono lo sfruttamento degli animali ed il consumo di carne privando la popolazione umana del bene supremo della salute, del pensiero libero e della sensibilità del cuore.
I mezzi di informazione al servizio delle grandi lobby agroalimentari-zootecninche, petrolifere e chimico-farmaceutiche, in grado di condizionare i prezzi di mercato agricolo e di ridurre alla fame intere popolazioni, manipolano la cultura rendendo indispensabile ciò che nel corso dei millenni è sempre stato superfluo, spingendo la gente ad utilizzare prodotti propagandati come utili, necessari e benèfici mentre vanno solo a loro vantaggio.
I mezzi di informazione, che dovrebbero essere al servizio del progresso sociale, morale e spirituale della popolazione, danno al popolo (dopo averlo condizionato) quello che il popolo chiede non quello di cui ha realmente bisogno, favorendo in questo modo la società dell’apparenza, dell’esteriorità, dell’immagine, del cattivo gusto, della volgarità. Se il popolo, abbindolato, chiede violenza, sesso, lusso sfrenato, essi danno violenza, sesso, lusso sfrenato e questo porta a modelli negativi, alla competizione, all’arrivismo, alla mancanza di senso critico, all’ignoranza piedistallo di tutte le tirannie.
Gran parte dei prodotti sponsorizzati dai media generano malattie con tutto ciò che ne consegue: sofferenza, dispendio di sostanze economiche ed umane, interruzione della vita professionale, emarginazione fisica, ecc. Una malattia cambia il destino di un uomo. Quando una persona è ammalata tutto si annulla, ogni cosa perde di valore e tutte le sue energie e le sue sostanze vengono assorbite nel tentativo di recuperare la salute. Anche se una persona è socialmente arrivata, anche se ricca, anche se possiede tutte le qualità e le virtù dell’universo, se non ha la salute è una persona debole, inerme e bisognosa di aiuto. I prodotti carnei sponsorizzati dai media, adatti agli animali carnivori, oltre a malattie generano aggressività e violenza, perché la carne fa aumentare i livelli dell’aminoacido tirosina e l’accumulo nel cervello di due neurotrasmettitori, dopamina e adrenalina che favoriscono appunto la stessa aggressività degli animali predatori. 
Chi se non i mezzi di informazione di massa, legittimati dallo Stato, dovrebbero favorire lo sviluppo della conoscenza e responsabilizzare l’uomo delle sue scelte? La religione antropocentrica che pone al centro della creazione l’uomo con la facoltà di disporre a suo piacimento della natura e della vita di ogni essere non umano, abitua l’uomo a convivere con la legge della supremazia del più forte sul più debole, allo sfruttamento di chi si ritiene non conforme a determinati paradigmi di intelligenza, bellezza, stato sociale secondo il concetto aristotelico (ereditato appieno dalle religioni di derivazione ebraica e dalla cultura occidentale, e non solo) secondo il quale i deboli sono destinati a servire i forti, gli schiavi fatti per i padroni, le donne per gli uomini. Il disprezzo verso le diversità formali componenti il sistema biologico inclina l’uomo allo specismo che a sua volta sfocia nel razzismo, nel predominio e quindi nella violenza. Inoltre l’accettazione passiva dei dogmi sanciti dalle dottrine religiose preclude il senso critico, l’indagine analitica conoscitiva, la mancanza di senso critico e quindi l’ignoranza. 
La carenza di sensibilità umana (madre di tutte le sventure) generata dalla violenza perpetrata nei confronti di ogni forma di vita, (diffusa in ogni latitudine) preclude al genere umano quei valori di compassione e condivisione imprescindibili per una società umana giusta, civile e capace di condividere le necessità vitali anche dell’altro. Se ciò che predispone l’uomo alla violenza e ai delitti è la mancanza di giustizia è l’incapacità di immedesimarsi nella vittima e di condividerne il dolore, nulla come la strisciante mentalità antropocentrica abitua l’essere umano ad una condizione di violenza e predominio ostacolando il vero progresso integrale dell’uomo. Chi se non la religione dovrebbe favorire lo sviluppo della pietà e della sensibilità umana verso l’altrui sofferenza? 
La medicina convenzionale che interviene sui sintomi senza rimuovere le cause della malattia, implicitamente autorizza il malato a persistere nei suoi cattivi stili di vita, nei suoi errori alimentari, assoggettandolo alla cure mediche, all’intervento farmacologico che spesso si traduce a danno per la salute umana (naturalmente senza disconoscere il grande contributo dalla medicina in tutti i casi di urgenza). Un meccanismo che asseconda le aspettative del popolo inerte e bisognoso di avere buone notizie sulla sua cattiva condotta; un popolo che esige dal medico la pillola che gli consente di non rinunciare alle sue abitudini malsane e indotte, che tende a sottovalutare o a trascurare del tutto l’importanza dell’alimentazione nella vita dell’individuo mentre questa è in grado di condizionare non solo la salute del corpo ma della mente e della coscienza. 
La mancanza di autodeterminazione e di senso critico, che non responsabilizza l’individuo sugli effetti delle sue scelte, favorisce l’assoggettamento e il dominio dei forti sui deboli. Una medicina i cui meccanismi d’indagine sono prioritariamente concentrati sui sintomi diffondendo così il bisogno condizionato impedendo all’individuo la capacità di essere artefice e responsabile delle proprie azioni, della sua salute e del proprio destino. 
La ricerca farmacologica viene indirizzata a dare risposta alle spinte consumistiche più che alle reali esigenze sanitarie basate sulla prevenzione delle malattie. Un cattivo stile di vita ed una innaturale alimentazione, responsabile di 9 decessi su 10 nel mondo occidentale, favorisce la mancanza di senso critico che a sua volta è foriero di dolore, morte prematura, ignoranza, dipendenza dagli altri. Chi se non il medico dovrebbe insegnare alla gente le regole del buon vivere per conservare o recuperare la salute?
Franco Libero Manco

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