Zen e Talità (tale e quale)



Una volta un monaco chiese a Chao-chou quale fosse, nel Sutra del Loto, l’ 'offerta intima' della figlia del Re Dragone fatta al Buddha. Rispondendo alla sua domanda, Chao-chou distese misteriosamente in avanti entrambe le mani in un gesto di offerta.
Io sono certo che i moderni geni odierni di Zen hanno tutti dedotto il gesto di Chao-chou. Lasciatemi indovinare ciò che loro immaginano possa essere l’'offerta intima'. Molto probabilmente un moderno insegnante di Zen insisterebbe senza dubbio che il gesto di Chao-chou fosse l’ 'offrire nessuna offerta' perché l’offrire nulla sarebbe qualcosa, e il Buddismo è pressochè nulla. Questa risposta porta fuori strada. Un'altra risposta potrebbe essere che Chao-chou stia offrendo il vuoto (la vacuità). Ma anche questa è lontana un miglio. Tali risposte non sono affatto intime. Esse giocano con le parole. Stanno solo ad indicare l'ignoranza (cioè, l'immediatezza della consapevolezza) che oggi qualcuno nello Zen prende per illuminazione.
L'offerta più intima di tutte dovrebbe naturalmente essere la Talità (tathata). 

Ma cos’è la Talità? Se la nostra mente non è idonea a percepire la Talità, in primo luogo, noi non possiamo realmente fare una tale offerta. Noi certamente potremmo chiamare la nostra offerta "Talità" e giocare con le parole, che è una cosa facile da fare. Ma questa non è l’autentica Talità. I Buddha sarebbero molto scontenti della nostra offerta perché essa non è la vera Talità. La vera Talità è molto più delle parole, o giochi di parole. Sperimentare la vera Talità è conoscere e vedere la luce spirituale della Pura Mente.
Quando Chao-chou distese in avanti le mani, lui fece realmente la stessa esatta offerta come la figlia del Re Dragone. Non fu un gesto vuoto, da parte sua. Se il monaco avesse avuto una conoscenza intima dell’offerta della figlia del Re, egli certamente avrebbe sorriso ricevendo la splendida 'offerta' di Chao-chou! Ma chiaramente lui non l’aveva. Egli ne era totalmente ignaro, così come molti altri che oggi praticano lo Zen. Gli Zenisti di oggi sono infettati dal pensiero e dalle credenze Occidentali. Non si può supporre che c’è un’ultra-essenziale luce che anima il nostro corpo. È tutto una finzione della nostra immaginazione. Però, la vera mèta dello Zen è di percepire questa luce. Questa è la cosiddetta ‘trasmissione della luce’. Cos’altro potrebbe essere trasmesso oltre alla luce spirituale, o Talità? E cos’altro poteva donare la figlia del Re Dragone se non la luce spirituale?
Se noi desideriamo essere in grado di fare tale offerta, dobbiamo cercare la Talità in qualche altro luogo oltre la nostra immaginazione. Dovremmo cercare un buon insegnante di Zen come Chao-chou che ci aiuti. Ma lui ci spaventerà con i suoi non-sense perché in tutta la nostra vita noi in realtà stiamo scappando dalla Talità - noi la odiamo. Infatti, incontrare un vero insegnante che sia un portatore di luce è un evento spaventevole. La sua Talità non trova niente in noi che sia compatibile con la Talità.

Solamente svuotandoci della nostra corruzione che ci fa essere incapaci di percepire la Talità, noi possiamo sperare di vedere ciò che la figlia del Re Dragone donò al Buddha. Secondo il Sutra del Loto, il nostro compito per molto tempo sarà di svuotare innumerevoli secchi di sterco finché noi non saremo degni di ricevere la suprema trasmissione, essendo capaci di donare come Chao-chou. 


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