Riciclaggio della memoria – Quando la connessione con internet non funziona uno ne approfitta per leggersi (o per scrivere) un bel libro


Spilamberto - Paolo D'Arpini al computer portatile


Eccomi qui a Spilamberto  davanti ad un computer portatile che funziona solo nel programma di scrittura ma  non riesce a collegarsi con internet per via di certi “guasti”.

Forse il tecnico che sto aspettando riuscirà a risolvere il “problema”, nel qual caso potrò rimettermi all’opera nella cernita di articoli e di notiziuole ricevute per email da inserire nel Giornaletto di Saul. Nel frattempo, visto che la lettura è comunque un mio vizio, son qui che leggo aneddoti e storie, di cui alcune anche riportate nel “Riciclaggio della memoria” il mio libro edito da Tracce.

Debbo però raccontarvi come è venuto fuori questo titolo: "Riciclaggio della Memoria".  L’ispirazione mi è sorta allorché comprai un libro dal titolo simile  alla fiera del Sana di Bologna quando ci andai assieme a Caterina un giorno prima che chiudesse i battenti. Sono di memoria corta, sarà stato il 10 settembre del 2012? 

Stavamo lì gironzolando fra gli stand, dopo aver visitato quello di Carmen Somaschi (AVI) e quello di Alessandro (Nuova Domus) e quello rigoglioso di AAM Terra Nuova (alla ricerca di Mimmo Tringale che non c’era)… ed una volta compiuto il nostro dovere istituzionale e soddisfatti anche i bisogni fisiologici (ovvero avendo pisciato nei bagni puliti ed ordinati della fiera) stavamo lì, Caterina ed io, abbracciati come due fidanzatini, cercando un qualche stand, una qualche bottega, che vendesse pane integrale.

Mulini a mano in legno pregiato a caro prezzo, enormi angoli pubblicitari per ditte specializzate in prodotti bio, balocchi e profumi, profumi e balocchi in ogni dove… ma di pane nemmeno l’ombra, se non un padiglione americano che reclamizzava il kamut ed aveva in esposizione una grossa pagnotta “vedere ma non toccare” e minuscoli bocconcini di assaggio riposti in un cesto, al quale abbiamo attinto indecorosamente un paio di volte sotto lo sguardo pungente delle hostess bionde alticce (nel senso di alte ed altezzose) che parlottavano fra loro in puro slang yankee-squosh….

Insomma sembrava che in tutta la fiera Sana nessuno vendesse o presentasse del pane “normale”, solo farine e farinacci, paste e semole, prodotti da forno confezionati, biscotti e gallette in scatola, etc. Da un bel po’ mi ero stufato di questi giri a vuoto, attorno attorno, ma Caterina, come spesso lo sono le donne, era ancora curiosa di vedere e forse scoprire la “novità”… la sorpresa. Gira che ti rigira, ed avvicinandosi anche l’ora della chiusura, in una ansa laterale estrema passiamo davanti ad uno stand dove noto alcuni libri di agricoltura, dietro al banco un signore ben vestito dall’aria annoiata che guarda il vuoto, non invogliava certo a fermarsi… ma ecco che proprio lì di fronte scopriamo un bancone che espone vari tipi di pane, pagnotte pagnottelle, in cassetta, di tutti i colori.

Rallentando il passo e notando che gli addetti stanno riponendo quel ben di dio in scatole e scatoloni mi faccio avanti e chiedo se possiamo avere un pane di assaggio.. Al che il giovanotto al quale mi ero rivolto, forse impietosito dai miei capelli bianchi e dalla mia aria un po’ dimessa, ci offre un pacchetto con dentro un pane speciale a fette, di avena, riso, farina integrale, orzo etc. “come omaggio della ditta” dice porgendolo! Ringalluzzito dall’insperato successo oso avvicinarmi anche davanti al tavolo dell’editore Agra… e scorro tutti i libri uno ad uno, leggo i titoli e le ultime pagine in cui solitamente c’è il sunto, finché il mio occhio sagace ed attento si posa su un gioiello: “la raccolta differenziata della memoria”…! 

Veramente con l’agricoltura ha poco a che fare.. ma ha molto a che fare con la vita. Si tratta di un compendio di frasi e di poesie espresse in tempi diversi da vari autori. Un inno alla saggezza inascoltata. “ducentocinquanta frammenti di pensiero ancora buoni”, recita il sottotitolo… senza indugio decido di acquistarlo, 10 piccoli euro per ottenere uno scrigno prezioso di parole e “voci nel deserto”.

Alcune di queste frasi ve le riporto qui.

“I mezzi di comunicazione di massa –la stampa, la radio..- hanno portato all’asservimento di corpi ed anime ad una autorità strategica mondiale. E in ciò sta la principale fonte di pericolo per l’umanità. Le moderne democrazie, che mascherano regimi tirannici, utilizzano i mezzi di comunicazione come strumenti di disinformazione e di stravolgimento delle coscienze degli uomini, per alimentare la paura di massa in funzione delle guere preventive” (Albert Einstein)

“Non c’è dubbio, lo si vede dai risultati, che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogan mussoliniani fanno ridere come (con dolore) un aratro di fronte ad un trattore.. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è sttao sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo italiano. Il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione ed informazione (specie, appunto, la televisione) non solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata, bruttuta per sempre” (Pierpaolo Pasolini)

“Oggi l’economia è fatta per costringere tanta gente a lavorare a ritmi spaventosi per produrre delle cose perlopiù inutili, che altri lavorano a ritmi spaventosi per poter comprare, perché questo è ciò che da soldi alle società multinazionali, alle grandi aziende, ma non felicità alla gente” (Tiziano Terzani).

Proprio mentre son qui che spulcio mi ha telefonato Caterina per dirmi che ha appena terminato di scrivere la storiella bella sul mangime dei cani che ci ha fatto sbellicare dalle risate, me e Viola, quando ce l’ha raccontata a tavola due giorni fa: 

“Stamattina mi é successa una cosa buffa e te la voglio raccontare: ha telefonato una donna in ufficio, voce giovanile, chiedendo della dottoressa Regazzi e dicendo che aveva avuto questo nominativo e numero di telefono da Modena, Baggiovara e ad un mio cenno affermativo ha cominciato ad esporre il suo quesito.
Dice: “Ho una cagnolina a cui voglio molto bene e le preparo, con le mie mani, in casa dei biscotti che a lei piacciono molto, usando degli omogeneizzati… sa, so che gli omogeneizzati sono molto sani, devono darli ai bambini! Lei mi sa dire se li posso produrre per venderli?” Io le ho risposto che non si possono fare in casa dei prodotti per l’alimentazione dei piccoli animali, ma ci vuole una struttura autorizzata e pertanto sottoposta a controllo del servizio veterinario, li può fare per il suo cane e se trova qualche amico disposto …. Le ho poi sottolineato che in commercio ci sono ottimi prodotti per tutte le tasche , da quelli più economici, a quelli che costano quasi come gli omogeneizzati. Allora mi ha chiesto un consiglio e cioè, secondo me, qual’era la marca migliore. Le ho risposto che io ho tre gatti e un cane e che uso per loro le marche più economiche perchè non mi pare neanche giusto (etico?) spendere tanti soldi per degli animali.
Poi le ho chiesto: “Scusi, ma lei la carne la mangia?”
Lei: “Certo!”
Io: “Beh, allora, se ama tanto gli animali, perché amare tanto solo un cane e non anche gli altri?”
Lei: “Eh, si, è vero, le povere mucche, le povere galline……!”. Ecco, questo è uno dei miei piccoli contributi alla causa, di instillare nella mente e nel cuore di qualcuno, qualche piccolo dubbio.” (Caterina Regazzi)

Or ora è sopraggiunto il tecnico ed ha riparato il guasto, si trattava di un errore stupido, l’orologio interno del computer era sballato e questo semplice fatto impediva ai programmi di collegarsi con internet e funzionare…. beh, misteri del tempo-spazio! Om.

Paolo D’Arpini

Egitto antico ed i suoi misteri

 

L’Antico Egitto evoca una civiltà sviluppatasi in una sottile striscia di terra fertile che si estende lungo le rive del Nilo al confine con il Sudan sino allo sbocco del Mediterraneo e riconosciuta come Stato a partire dal 3300 a.C. sino alla conquista dei Romani. I primi insediamenti lungo il Nilo, sono molto antichi, e si calcola che l’agricoltura (in particolare la coltivazione di grano ed orzo), abbia fatto la sua comparsa in queste regioni intorno al 6000 a.C.

E’ la presenza del fiume che rende possibile la vita in una regione così desertica, è il motore primordiale che fa nascere la civiltà urbana e del suo persistere per quasi tremila anni. Le acque del Nilo con le loro piene annuali, non portano soltanto fertilità, ma anche distruzione se non vengono costantemente controllate, incanalate, imbrigliate  e conservate per i periodi di siccità. Proprio per questo nasce l’esigenza di avere uno Stato organizzato, la costruzione di dighe e canali collegate con le acque del Nilo, nasce così il primo Stato della storia, i nomos o distretti, i quali si scontrano ed alleano tra loro sino a formare  due regni, l’Alto Egitto a sud, costituito dalla valle del Nilo, e il Basso Egitto al nord costituito dal delta del fiume.
Nel 3000 a.C. sotto Menes, venne unificato un unico impero con un solo Re dell’Alto Egitto che inaugurò le trenta dinastie dell’Antico Egitto. Tra i monumenti più famosi, vi sono sicuramente le piramidi, tombe di sovrani dalla III alla XII dinastia. Le piramidi più famose si trovano a Giza, vicino alla moderna città del Cairo. La loro imponente presenza  testimonia la forte credenza religiosa  sull’oltretomba. La grande piramide conosciuta come Cheope,è l’unico monumento sopravvissuto alle sette meraviglie del mondo antico. 
L’Antico Egitto raggiunse l’apice  della sua potenza ed estensione territoriale nel periodo del Nuovo Regno, quando i confini dell’impero andavano dalla Libia, all’Etiopia al Medio Oriente. L’Egitto da sempre è considerata terra di grande fascino con le sue credenze e leggende sulle tombe dei Faraoni  e i misteri sulle piramidi, una cosa bisogna riconoscere con certezza a questo popolo, il loro grande impegno nell’anticipare la moderna civiltà, e la passione per la scrittura e pittura come mezzo di comunicazione tra i popoli.
Rita De Angelis

Spilamberto, 2 giugno 2013 - Si celebra la fondazione della Repubblica Italiana raccogliendo immondizie

Spilamberto, 2 giugno 2013 - Si celebra la fondazione della Repubblica Italiana raccogliendo immondizie




Fiume Panaro a Spilamberto

L’Italia è una Repubblica dal 2 giugno del 1946. Questa data è come un atto di nascita ed è possibile stabilire le qualità insite nella fondazione del nuovo Stato partendo dalle qualità temporali della sua fondazione. L’aspetto più evidente, dal punto di vista dello zodiaco occidentale, è che l’Italia manifesta tutte le caratteristiche dei Gemelli. 
Il 2 giugno rientra nel secondo decano, quindi nella pienezza degli aspetti “gemellari”. Castore e Polluce ci sono entrambi, ed è forse per questa ragione che l’Italia ha avuto, ed ha, un destino sia artistico, culturale e poetico che truffaldino, speculativo e corrotto. In particolare si può dire che la Repubblica Italiana manifesta capacità di cambiamenti rapidi ed una quantità di talenti. Benedetta dalle qualità del “divo nato” la nostra patria rappresenta la personificazione caratteriale dell’uomo di spettacolo, una specie di prestigiatore Houdini o –al meglio- un accorto Disraeli. 
Lo spirito mercuriale dei gemelli predispone la Repubblica Italiana a trasformazioni repentine, cambiamenti di scena e facili entusiasmi. In tal modo si può perdere di vista la necessità contingente ed infatti la vita privata degli italiani -in generale- ne soffre, anche se nel pubblico tutti cercano di essere brillanti….

Nel calendario romano il 2 giugno era indicato come il “quarto giorno prima delle none. Fasto. Sacro a Marte, alla Dea Carna ed a Giunone Moneta” Secondo Microbio, Carna è la divinità tutelare della parti vitali del corpo, forse questa la ragione per cui gli italiani sono così amanti della buona tavola e delle “rotondità” femminee. Il termine invece affibbiato a Giunone, “Moneta”, significa “l’Avvertitrice” e le venne conferito in occasione del celebre episodio dell’assalto dei Galli al Campidoglio, sventato dalle oche sacre del tempio di Giunone. L’attributo passò poi ad indicare la moneta (in senso di denaro) poiché la zecca si trovava nei pressi del tempio della Dea.
Questo particolare della “difesa” fatta dalle oche può servire da introduzione al contenuto semantico e zodiacale connesso all’oroscopo cinese. Infatti l’anno 1946 è quello del Cane di Fuoco. Il cane è animale da guardia per antonomasia ed il Fuoco rappresenta la vista, da cui se ne deduce che l’Italia è un paese che si guarda attorno e cerca di adeguarsi alle regole secondo termini di giustizia condivisa. 
Questa è una chiara immagine del dharma del nostro paese. In aggiunta il 2 giugno rientra nella stagione del Cavallo, simbolo della libertà e della leggerezza, da cui se ne deduce che il motto più vicino alla realtà ideale della nostra Repubblica, secondo i cinesi, sarebbe “giustizia e libertà”. Ed effettivamente, malgrado i grandi difetti, queste aspirazioni sono nel cuore di tutti gli italiani…..
In sintonia con questa "osservazione" zodiacale noi bioregionalisti del Circolo Vegetariano VV.TT. compiremo un piccolo rito il  2 giugno 2013. saremo sulle rive del fiume Panaro per raccogliere plastiche ed altre immondizie che deturpano l'ambiente, compiremo questo gesto liberamente e per un senso di giustizia verso la nostra Terra. Appuntamento alle h. 18 all'ingresso del sentiero natura di Via Gibellini di Spilamberto (Mo). 
Buon Anniversario della Repubblica a tutti quanti!
Paolo D’Arpini

Vignola (Mo) - La Bifolca si presenta....

Emilia Romagna. Nel cuore della regione più inquinata d'Italia una piccolissima isola di speranza..... La Bifolca si presenta.
La Terra è come una sempre giovane sposa...
La piccola azienda della Bifolca (due ettari di frutteto) si trova ai piedi della città di Vignola in un territorio di inestimabile valore  la cui fertile terra è fedelmente irrigata dal suo fiume-il Panaro. La brutale aggressione del cemento, del business dell'oro grigio (la ghiaia) e la scomparsa dei contadini non l'ha risparmiata.
"Vedo il mondo trasformarsi lentamente in un deserto" scriveva Anna Frank e tante volte ha pensato Maria mano a mano che l'ecologismo elettorale della sua città sfociava in nuove costruzioni nuove cave e impianti di bitume e nuovi inceneritori.

La Bifolca è una delle -speriamo tante- oasi di terre resistenti e innamorate.

Talvolta ho pensato a questa terra come a una figlia da maritare...dove sarà il principe azzurro che la renderà felice.quando io sarò vecchierella?  E mi rende felice saperla piena di vita partecipe di tante relazioni.

Dall'estraneità dei condomini che ora quasi la sovrastano sono uscite all'incontro delle persone che ora la onorano del loro affetto e delle loro cure arricchendola con orti di vario stile,  galline affettuose e bimbi.

Il sogno di presentare uno spicchio del mondo "di prima" a quello nuovo stemperando i confini e i pregiudizi è stato condiviso da altre persone il cui incontro ha dato luogo ad altre idee e progetti, incoraggiati dall'esperienza bolognese di"Campi aperti" e dai trascorsi giovanili in una cooperativa agricola dal battagliero nome "LA FALCE".

Abbiamo pensato di voler anche noi dar coraggio ai piccoli produttori agricoli esistenti e futuri! Nel cortile della Bifolca nel 2011 nasce il nostro mercatino biologico e tra di noi ci sono alcune realtà giovanissime e anticonformiste. (A proposito: è da Vignola e dalla sua anarchica cooperativa di ragazzi e ragazze che negli anni '80 nasce il primo Consorzio di produttori bio e AIAB!.)

Com'è bello vedere come si intrecciano le vite delle persone e i nuovi percorsi che ne scaturiscono!
A questo punto anch'io vengo sopraffatta dalla voglia di ringraziare.... e lo faccio di tutto cuore. (Mi manca sempre pero' UN FIDANZATO).


Fino a quest'anno mi sono affidata anche a un lavoro esterno per il timore che qualsiasi imprevisto (vista anche la vetustà dei miei  mezzi meccanici) mi mettesse KO. Ho fatto un po' di tutto  mentre l'amicizia con questa terra si andava approfondendo e con essa l'incontro con l'immensa visione biodinamica e con le persone che me l'hanno tradotta-nutrendo di altre sfumature spirituali la mia grande passione.

Se fate un giro alla Bifolca  può darsi che la troviate un po' spettinata  ma è che il fiore del trifoglio è splendido e utile e lasciare spazi di erba non sfalciata offre rifugio a tanti esseri conosciuti e non che partecipano al variopinto canto del creato... nel prato.

E' così che ho trovato il mio senso di stare al mondo ed essere utile alla comunità. Ma.... TROVERO' UN FIDANZATO?

Maria Miani
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L'azienda  agricola  La Bifolca di Maria Miani ospiterà l'Incontro Collettivo Ecologista 2013:



Integrità, coraggio e fiducia in se stessi è cosa diversa da sottomissione, oscuramento e adesione alle ideologie di massa

 


E’ necessario saper distinguere le idee dalle ideologie. Queste ultime sono idee formulate per consumo pubblico e soddisfano la necessità di tutti di alleviare il senso di colpevolezza nella convinzione di agire per qualcosa di buono o desiderabile…Le ideologie sono “beni” già pronti enunciati dai Media, dagli oratori e dagli ideologi per manipolare la massa, e per scopi che hanno ben poco a che fare con l’idea, anzi, spesso ne rappresentano l’opposto.

Queste ideologie sono spesso elaborate “ad hoc”. Per esempio quando si rende popolare una guerra descrivendola come necessaria “per la libertà”, o quando “ideologie religiose” sono utilizzate per razionalizzare lo “status quo ante” politico, anche se in completo contrasto con l’idea genuina di quella religione, nel cui nome si propagandano le ideologie. Per la sua essenza, un’ideologia non attiva il pensiero e tanto meno il sentimento. E’ come una pillola che esercita effetti eccitanti o soporiferi.

[Stiamo attualmente assistendo, disgraziatamente inermi, e di conseguenza impotenti, all'accerchiamento dell'Iran da parte di un imponente dispiegamento di armi di distruzione totale, e non solo di Massa, col rischio di annientamento della Vita sul Pianeta qualora entrassero in funzione, accerchiamento che sappiamo dovuto alla sete imperialistica di fonti energetiche per le esigenze statunitensi e di "sicurezza" per Israele. Il tutto mentre i tromboni dell'ideologia e della menzogna mediatica pianificata gridano alla minaccia iraniana. Non altro, per l'esattezza, furono le "sante Crociate".]

L’idea, al contrario, si riferisce a ciò che, in un modo o nell’altro, è reale. Fa appello alla “ragione umana”, induce a pensare ed a sentire attivamente. 

La FORZA dell’idea diventa inoltre sempre più grande in una situazione in cui coloro che difendono lo status quo non hanno idee, come accade oggi , specie in Italia, a causa anche della natura della nostra burocrazia e del nostro tipo di organizzazione sociale e statale. Infatti, le idee e la verità non esistono al di fuori ed indipendentemente dall’uomo, e, così come la mente dell’uomo è necessariamente influenzata dal suo corpo, dalla sua esistenza fisica e sociale.

L’uomo è capace di conoscere la Verità ed è capace di “amare”, ma se, nella sua totalità, è minacciato da una forza superiore, se lo si rende impotente e pauroso, le sue operazioni sono distorte o paralizzate. 

L’effetto paralizzante del potere poggia anche su una promessa implicita: la promessa che chi è in possesso del potere potrà liberare l’uomo dal fardello della incertezza e della responsabilità verso se stesso. La sottomissione dell’uomo a tale condizione di minacciosa promessa costituisce la reale “caduta”. 

Sottomettendosi al potere (dominio) egli perde il suo potere (potenza). Può essere intelligente, può essere capace di manipolare le cose e se stesso, ma accetta come verità ciò che coloro che hanno potere su di lui, chiamano “verità”. Perde infine il suo potere di amare perché le sue emozioni sono legate a quelli da cui dipende. Perde pertanto anche il “senso morale”. 

La sua stessa “voce” non può richiamarlo a sé, perché egli non è più capace di ascoltarla, attento com’è ad ascoltare la voce di chi ha potere su di lui.

In verità, la LIBERTA’ è la condizione necessaria della FELICITA’, intesa come capacità di preservare la propria integrità contro il potere altrui, soprattutto contro il POTERE ANONIMO DEL MERCATO, DEL SUCCESSO, DELLA PUBLIC OPINION, DEL SENSO COMUNE, (o piuttosto del “nonsenso comune”) e della MACCHINA, non solo automobile, della quale siamo diventati “servi”.

Il risultato è che ci sentiamo impotenti e ci disprezziamo per la nostra impotenza. Siamo al buio e ci infondiamo coraggio ma non abbiamo le condizioni necessarie per corroborare questo coraggio.

Giorgio Vitali

Tarocchi, divinazione e guerre fra maghi!

Collage di Vincenzo Toccaceli
Parlare di tarocchi oggi significa far correre il pensiero e la fantasia subito verso un gioco truffaldino in cui, secondo le credenze popolari, e i luoghi comuni, sono specialisti zingari e ciarlatani: fumo negli occhi per  abbindolare gli ingenui che desiderano conoscere così il proprio futuro.
Più recentemente, in concomitanza con il revival della magia, sono apparse opere che tentavano di inquadrare storicamente  questo famoso gioco. Ovviamente si tentava di recuperarlo ed valorizzarlo, ma soltanto da un punto di vista che coincidesse con la logica del pensiero, il quale non va oltre  a quanto è misurabile, quantificabile, dimenticando così la terza prospettiva della storia, cioè quella verticale, che indaga e si proietta oltre le apparenze. In definitiva la più profonda. 
Così per citare fra i tanti libri che parlano dei tarocchi l’opera del francese Wirth scritta nel 1924. Vissuto tra le seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, Oswald Wirth studiò da vicino il pensiero di Eliphans Lèvi, ebbe contatti con l’ eretico Boullan, fu segretario di Stanislas de Guaita, fu testimone della famosa guerra dei maghi, e si affiliò a tutte le più importanti società segrete del tempo. 
In poche parole, la sua vita si intreccia nello stesso ambiente culturale e nei tempi che videro la rinascita del pensiero magico, dagli scritti teorici e divulgativi di Lèvi, sino ad arrivare al grande influsso che esso ebbe negli anni precedenti la seconda guerra mondiale. 
La presenza di Wirth, inoltre non fu quella di uno spettatore ma bensì al suo nome sono legate ancora oggi opere, una per tutte quella dove si sforzò di comprendere i significati dell’Arte Regia, o Alchimia. Wirth era consapevole del valore universale simbolo, e riteneva che l’ insegnamento delle varie scuole esoteriche potesse essere portato ad una matrice comune, mediante l’ utilizzo di una simbologia il più possibile generica, derivante direttamente dai concetti del pensiero magico.
C’ è qualcosa d’incredibilmente affascinante nei tarocchi, grazie ad essi si aprono strane immagini su un mondo nel quale le cose non sono mai quelle che sembrano un paesaggio del medievale illuminato dalla carta del sole, e popolato poi da figure che intorno ad esso si muovono come fossero giocattoli. 
Il matto, con il suo berretto a sonagli, l’imperatore o l’imperatrice seguiti da un cavallo scintillante e così via,se si potesse comprendere pienamente  queste figure, si saprebbe il meccanismo segreto dell’Universo, il ritmo della danza della vita. Il fatto che un gioco venga utilizzato a scopi divinatori,è quasi una contraddizione. 
Ogni gioco, infatti e soprattutto di carte ha una caratteristica: una serie di certezze ed elementi costanti al quale non si può aggiungere, o togliere nulla, che non è possibile modificare. Ma nel tarocchi, a questo infinito, deve corrispondere un altro infinito, sul quale l’indovino base il suo oracolo, i riflessi che passano nella sfera di cristallo, il fumo dell’incenso, i disegni formati dai fondi del caffè. In tutti questi casi nulla si ripete, nulla è identico a se stesso, esattamente come nella vita, i cui si ripetono gli stessi avvenimenti, le stesse fortune, mai uguali le une alle altre. 
L’originalità, è quindi il vantaggio come il paradosso di questo curioso gioco di carte legato alla divinazione.
Rita De Angelis.