Antico Testamento - “Falsum in unum falsum in omnibus”




Le civiltà che per uno strano caso nascono pressoché contemporaneamente in Egitto e in Sumer, dando luogo ad un’organizzazione sociale e ad un’architettura irripetibile, sono la matrice da cui prenderanno spunto tutte le altre popolazioni che sapranno legarsi, con relazioni spesso non propriamente amichevoli, in un groviglio storico che solo oggi va lentamente dipanandosi.


E se le magre citazioni di popoli sconosciuti che una volta erano affidate alla sola letteratura biblica sono state confermate dallarcheologia, al contempo sono emersi i legami che intercorrevano tra queste nazioni, ed una storia attendibile si può ormai ricostruire dalle testimonianze incrociate. Stranamente però la sabbia da cui esse venivano liberate e che per un verso avvalorava lAntico Testamentoper un altro seppelliva Israele.

All’apparenza, al di là della sporadica comparsa di alcuni suoi re all’atto del pagamento di tributi ai propri dominatori o delle citazioni fatte dagli Annali Assiri o dalla Cronaca Babilonese concernenti le prese belliche di Samaria e Gerusalemme, nessuna notizia storica sugli Ebrei sembra uscire fuori dall’immensa annalistica mediorientale.
Perché mai non si hanno riscontri di David o di Salomone e dei loro splendidi regni? Perché Erodotoche pure attraversa il territorio di Israele nella seconda metà del sesto secolo a.C. nel suo viaggio dallEgitto a Babilonianon ne fa menzione?

Il retaggio che ci trasciniamo dietro in merito è tale da far apparire l’antico popolo ebraico, in fatto di primazia religiosa, simile a quello greco per quanto riguarda l’aspetto culturale. Il preteso primo approccio al monoteismo che gli viene attribuito, la superiorità della legge mosaica rispetto alle legislazioni dei popoli coevi, la sacralità di tutto ciò che è ebreo... tende ad elevare questa nazione che ha l’incommensurabile pregio di aver involontariamente partorito la religione cristiana, che per due millenni ha dominato in tutti i suoi aspettianche i più deteriori,lintero mondo.
Ma la ricomposizione laica della storia sta portando ad altre, inaspettate, conclusioni...



Questa breve analisi è parte della "Introduzione" all'interessante saggio "A SUA IMMAGINE" redatto dallo studioso Domi Belloni il quale, avvalendosi di una minuziosa indagine, analizza i passi biblici dell'Antico Testamento e la "storia" in essi contenuta, per poi, dopo averli comparati alle risultanze archeologiche moderne, accompagnare il lettore verso "inaspettate conclusioni".

Si tratta di un "reportage", i cui interlocutori sono i protagonisti della mitologia ebraica, degno di essere letto, diffuso e approfondito, anche in sede didattica, per il materiale storiologico di elevato valore; pertanto da noi raccomandato a tutti coloro che sentono il bisogno di accertare sino a qual punto siano attendibili gli "eroi", protagonisti e fondamento della religione monoteistica occidentale, ad iniziare dalla "Massima Entità", Yahweh... il Padre di Gesù Cristo.

Lo Spirito Santo, pur tutt'oggi presente, è un po' démodé da circa millecinquecento anni, declassato in quart'ordine dalla magnificenza e infinita bontà della Super Vergine S.S. Maria, "Madre di Dio Padre" dall'inizio dei tempi e, parallelamente, "Madre di Dio Figlio", consustanziale al Padre, riconosciuta come tale nel Concilio di Efeso del 436 d.C.

La stragrande maggioranza dei credenti in queste divinità, ad onor del vero, le conoscono solo attraverso prediche, sermoni o "parabole", ascoltate nelle Chiese, nelle Scuole durante l'insegnamento della religione cristiana, nonché grazie alla onnipresente Televisione.
In sostanza, quasi tutti i fedeli non hanno mai letto compiutamente la Bibbia, e tanto meno lo hanno fatto con metodo critico; eppure i "credenti" non sanno, né immaginano, che i "sacri brani", quelli oltremodo famosi quindi conosciuti da tutti, sia del Nuovo che dell'Antico Testamento, sono sempre gli stessi e appositamente "selezionati" per essere celebrati e propagandati dagli innumerevoli "Ministri di Dio", "Pastori" ecc., tutti riveriti e in ottima salute... soprattutto economica.

Ma, se dovesse diffondersi la pratica, saggia, di informarsi ed approfondire la conoscenza della propria religione anziché accettarla "tout court", piuttosto ricercando, autonomamente, la concordanza dell'insegnamento "verbale" ricevuto con l'insegnamento "scritto", allora, nessuna meraviglia se anche un "buon cristiano"... ci ripensi.

Emilio Salsi



Lettura critica dellAntico Testamento da parte di un ex credente


Dopo anni di studi dedicati alla conoscenza delle vicende narrate nell’Antico Testamento sono giunto alla determinazione che si tratta di favole talmente sciocche da non poter essere interpretate neanche attraverso la simbologia o linguaggio dei segni …
Per questo motivo sento il dovere di sottoporre la presente ricerca a quei credenti che, come nel mio caso, intendano approfondire i contenuti della propria Fede per verificare, attraverso la conoscenza diretta, la correttezza della informazione ricevuta dai pulpiti, nelle aule scolastiche e tramite i mezzi di informazione di massa.
Solo con l’arricchimento del proprio sapere ognuno sarà in grado di giudicare e quindi decidere, in piena autonomia di ragione e coscienza, se prostrarsi davanti una statua, oppure considerarla niente di più che il residuo di un paleofeticcio destinato al culto di persone influenzabili, quindi facilmente indottrinabili.

Parte I

Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnareconvincere, correggere e formare alla giustizia …”. 

Così è scritto nella Seconda Lettera a Timoteo (attribuita a san Paolo) al cap.3 v.16.

Questo fu uno dei primi versetti biblici che inculcarono nel mio cervello quando inziai a studiare per diventare un degno cristiano “Testimone di Geova”.

Se voi lettori, interessati ad approfondire la conoscenza sui fondamenti della dottrina cristiana, avrete la pazienza di seguire questa mia trattazione, potrete accertare che Dio si è ben guardato dall’ispirare Profeti e Scribi dell’Antico Testamento. Ed è questa prima parte della Bibbia, alla quale ho dedicato particolarmente i miei studi, che intendo sottoporvi.

La prima volta, quando esordii assieme ad un compagno nella predicazione come Testimone di Geova, il così detto “Sorvegliante viaggiante” cioè l’Ispettore della Sede Centrale, ci diede istruzione di spiegare, alle persone che avvicinavamo, la scrittura di Isaia cap.13 vv.19:
“… e Babilonia deve divenire come quando Dio rovesciò Sodoma e Gomorranon sarà mai abitata, né risiederà di generazione in generazione ...”.
 

Poi dovevamo specificare che questa, come le altre, era una profezia che si era avverata, incontestabilmente, per cui bisogna fidarsi della Bibbia. Anche Wikipedia la considera attuata, ma noi intendiamo verificarla.

Passarono ben otto anni prima che io cominciassi a pensare di nuovo con la mia testa e, di conseguenza, iniziai a leggere la “profezia” ora citata di Isaia qualche versetto prima; iniziando dal 17° :
“ Ecco, (Dio) destò contro di loro i Medi … e i loro archi sfracelleranno pure i giovani … e non avranno pietà del frutto del ventre ... e Babilonia …  ecc. ecc.”.
Di fatto, quindi, la profezia attestata dal Profeta Isaia, tramite la rivelazione divina, dichiarava che Babilonia sarebbe stata distrutta dai Medi-Persiani e cancellata dalla faccia della terra esattamente come Sodoma e Gomorra furono annientate dalla potenza di Dio. Ma, secondo la storia, questa “rivelazione celeste” non si è avverata.
Ciro il Grande entrò in Babilonia nel 539 a.C., la città gli piacque molto e vi si insediò; piacque anche ad Alessandro Magno che se la tenne; poi Antioco Epifane voleva farne la sua capitale se gli avvenimenti, quelli che lo riguardavano, non fossero precipitati; di seguito fu, quindi, abitata dai Parti.
Diversamente dalle bibliche fantasiose Sodoma e Gomorra, Babilonia si estinse decadendo, progressivamente, come capitò a tante altre antiche città ed imperi. La sua fine è da collocarsi all’inizio dell’Era cristiana, almeno cinque secoli dopo la catastrofica “profezia”.
Una distruzione totale che, viceversa, Gerusalemme “la Santa” subì realmente due volte in meno di settanta anni da parte degli imperatori romani Tito e Adriano senza che Dio lo rivelasse ai Profeti” del Suo popolo.

I capitoli 50 e 51, dettati dal Profeta Geremia, altra “Parola di Dio”, manifestano la goduria e il sadismo con cui lo scriba si dilunga nel raccontare la distruzione dell’odiata (dagli Ebrei) Babilonia da parte dei Persiani. Al contrario, nulla di tale descrizione avvenne. Infatti i sacerdoti del Dio Marduk (la divinità pagana antagonista a quella ebraica “Yahweh”) aprirono le porte della città a Ciro e questi entrò senza combattere.
Spiega infatti G. Pettinato nel suo libro “Babilonia” che il re babilonese di quell'epoca, Nabonedo, era un adoratore del dio Sin mentre la classe sacerdotale della città era tradizionalmente legata al dio Marduk di conseguenza, per contrasto religioso, quei sacerdoti si allearono con Ciro il persiano al fine di estromettere Nabonedo.
Essendo troppo lungo riportare due interi capitoli traboccanti dell’odio di Geova (Yahweh) espresso da Geremia (il 50 e il 51), mi limito a questo esempio:

“… Ecco viene un popolo dal nord … sono crudeli … e non mostrate compassione ai suoi giovani ... votate alla distruzione tutto il suo esercito…”
Eppure dobbiamo prendere atto che è stata tutta colpa degli Ebrei quando Nabucodonosor pose fine al regno di Giuda nel 587: se il re Sedechia non avesse fatto il "doppio gioco" sarebbero stati risparmiati.

E l’odio per Nabucodonosor da parte degli Ebrei perdura anche nel II° secolo a.C. quando l’autore del Libro di Danieleriprende uno Scritto esseno, ritrovato fra i Rotoli del Mar Morto (4Q "pregh. Di Nab." Qumran). Il Profeta narra di una malattia del re babilonese Nabonedo, durata sette anni, e la applica a Nabucodonosor nel famoso sogno del cap.4.
Infatti, sempre dal libro di G.Pettinato, l’illustre assirologo recentemente scomparso, apprendiamo che Nabonedo era stato dichiarato pazzo dai sacerdoti suoi antagonisti per motivi religiosi, e proprio il manoscritto rintracciato al Mar Morto narra, confermandola, di una sua fantasiosa malattia durata sette anni. Ne consegue che lo scriba di Daniele, dopo essersi ispirato a quell’evento, ne riprese il contenuto e lo trasferì rapportandolo all’odiato re Nabucodonosor il quale, ovviamente, venne raffigurato anche lui come un pazzo che per sette anni si comportò da animale. Questo è solo un piccolo esempio che ci aiuta a capire le modalità adottate dai Profeti per “costruire” la “Parola rivelata da Dio”.

Sono ancora più spassose le “rivelazioni” sull’Egitto manifestate da Dio ai suoi Profeti:

Zaccaria, 10/11: “… tutte le profondità del Nilo saranno seccate…”;
II Re, 19/24 : “… con le piante dei miei piedi prosciugherò il Nilo d’Egitto”;
Amos, 8/8: “… s’abbasserà come il Nilo d’Egitto…”;
Ezechia, 30/12: “... e io muterò il Nilo in luoghi aridi…”;
Isaia, 19/5: “… il Nilo diventerà secco e arido…”;
Isaia, 37/25: “ ... prosciugherò tutti i fiumi d’Egitto …” (compreso il Nilo);

Divertente anche Ezechiele, cap.29:

“Così parla l’Eterno: «eccomi contro di te Faraone, gran coccodrillo (!!), io metterò i ganci nelle tue mascelle, e farò sì che i pesci si attaccheranno alle tue scaglie e ti trarrò fuori di mezzo dei tuoi fiumi con tutti i pesci attaccati alle scaglie (!!)...e ti getterò nel deserto con tutti i pesci dei tuoi fiumi ... ti darò in pasto in un deserto, nè sarà più abitato per quarant’anni … disperderò gli Egiziani fra le nazioni»”;

Isaia non è da meno. Cap.19,2, gli rivela Geova: “... inciterò egiziani contro egiziani, e certamente diverrà una distesa desolata …”; Anche per Gioele 3,19 ci sarà : “... una distesa desolata …”;
Non poteva mancare “la rivelazione” a Daniele 11,42: “ … e riguardo al paese d’Egitto non scamperà …”;
Anche Geremia cap.43: “ ... verrà e colpirà il paese d'Egitto...ed appiccicherò il fuoco alle case d'Egitto e frantumerà le statue del tempio del sole...” … prospetta futuro di morte per l’Egitto.

In verità i fatti si svolsero così: nel 567/68 a.C. Nabucodonosor intraprese una campagna contro l’Egitto senza riuscire a conquistarlo né a distruggerlo; ci fu solamente una battaglia persa dall’Egitto ma priva di conseguenze.

Ora, secondo “la Parola di Dio” rivelata dai Profeti, è il turno di Damasco:

Isaia 17,1: “… Ecco Damasco è rimossa dall’essere città ed è divenuta un cumulo di rovine in decomposizione...”;
Amos 1,3 : “... manderò un fuoco che divorerà i palazzi … sterminerò ogni abitante e il popolo di Siria andrà in cattività...”
e, tramite Geremia cap. 49, Geova-Yahweh sempre con lo stesso tono: “... così i suoi giovani cadranno... ed Io appiccicherò il fuoco.”

In verità il re dAssiria Tiglat Pileser conquistò Damasco nel 732 a.C. ma lasciò la città intatta, non divenne un cumulo di rovine come profetizzato dai tre “Oracoli di Dio”.

Non potevano mancare le “profezie” verso gli altri Paesi confinanti con il regno di Giuda.

Edom per esempio in Ez. 25,12: “... certamente stenderò (Dio) la mia mano contro Edom e vi stroncherò uomo e animale domestico ... e ne farò un luogo devastato …”;
Gioele 3,19: “ … Edom diverrà un deserto …”;
Geremia non è da meno nel cap.49 : “ … diverrà oggetto di stupore...nessuno vi risiederà…”;
Magistrale in Isaia 34/5: “… la mia spada (di Dio) scenderà su Edom e sul popolo da me votato alla distruzioneGeova ha una spadadeve riempirsi di sangue...”.
Secondo Amos 1,11 arriverà un fuoco che divorerà tutto. Ma, sappiamo, Edom non è diventata un deserto e poi venne chiamata Idumea ... Nella mente degli Ebrei gli Idumei sono impressi come popolo tradizionalmente nemico e si combatteranno fra loro con alterne fortune sino alla morte di Erode il Grande avvenuta il 4 a.C. Da allora in poi, fino a tutta la guerra giudaica del 66/70 d.C., si schiereranno con gli Ebrei nelle rivolte contro Roma.

Anche il territorio di Moab, a nord di Edom, non poteva sottrarsi alle “profezie” degli “ispirati scrittori biblici” (tipica definizione usuale nelle riviste come “Torre di Guardia”).

Sofonia 2,9 (questo Profeta è veramente un grandissimo menagramo in quanto “Parola di Dio”):
“... Moab stessa diverrà, proprio come Sodoma, un luogo posseduto dalle ortiche … una distesa desolata...” 
Poi c’è Amos 2,1: “… e di sicuro manderò un fuoco su Moab e deve morire con rumore...” 
Rovina, ancor più grande per Moab profetata in Isaia cap.16, Geremia cap.48, ed Ezechiele 25,11. Non riporto le solite citazioni perché qualcuno potrebbe annoiarsi. Comunque, di tutte queste “disposizioni divine”, trasmesse da Dio ai comuni mortali tramite i Profeti scelti da Lui … non è successo niente.

La terra di Ammon, in Transgiordania, secondo Geremia, 49 : “... diventerà un cumulo di rovine... una distesa desolata...” 
Ezechiele, cap 25: “... ti stroncherò ... ti distruggerò … ti annienterò...”;
Stessa solfa in Amos 1,13 e Sofonia 2,8-9; gli appassionati di sadismo biblico possono prendere in mano il Libro e leggere le citazioni non riportate volutamente. La conclusione? Idem come sopra: alla terra di Moab, anch’essa in Transgiordania, non è successo niente.

E non potevano mancare i Filistei, ovviamente.
In 1° Samuele 9,15, Dio elegge Saul come Re e di lui dice: “… quest’uomo (Saul) libererà il mio popolo dai Filistei”. Gli ebrei riuscirono a liberarsi dai Filistei solamente ben sette secoli dopo per opera dei Maccabei, ma la "liberazione" durò poco perché giunsero i Romani.
C'è da annotare che, secondo la Bibbia, il piccolo regno di Giuda nacque grazie ad alcune terre che gli stessi Filistei cedettero a Davide per ricompensarlo dei servigi resi a loro.

In questo tipo di vaticini il Profeta Sofonia è imbattibile e, a proposito delle città filistee, scrive al cap.2 verso 4 :
“… Gaza sarà desolata e Ascalona ridotta ad un deserto, Asdod in pieno giorno sarà deportata ed Ekron distrutta dalle fondamenta… io ti distruggerò privandoti di ogni abitante...”
… dopodiché nacque il piccolo regno di Giuda sulla terra che i Filistei diedero a Davide in cambio dei servigi prestati.
Geremia 47,4: “… perché è arrivato il giorno un cui saranno distrutti tutti i Filistei … il Signore infatti distrugge i Filistei... è distrutta Ascalona…”
Anche Ezechiele 25,15 : “… stroncherò… distruggerò i Filistei…” 
Amos 1,8: “... i rimanenti dei Filistei dovranno perire…” 
Siamo nel VI° secolo a.C. quando Geremia dice che è arrivato il giorno in cui saranno distrutti i Filistei. Bisogna riconoscere, almeno in questo caso, che, finalmente, quattro secoli dopo la profezia, quei fondamentalisti che erano i Maccabei riuscirono a sconfiggere i Filistei ma, ovviamente, senza le distruzioni che i Profeti predissero.

Anche la profezia su Tiroriportata da Ezechiele, che abbraccia ben tre capitoli (il 2627 e 28fu un flop”:

“Orsù, figlio dell’uomo, intona un lamento su Tiro … Su di te, Tiro, comporranno elegie: «Chi era come Tiro ora distrutta in mezzo al mare? … Ora tu giaci travolta dai fluttinelle profondità del mare».

Andrebbe letta tutta (è in rete ma lunga) perché diverte. Infatti, prima, “l'Oracolo di Dio” descrive la ferocia che Nabucodonosor infligge ad una città che non “giace nelle profondità del mare”, ma, al contrario, la Storia riferisce che, dopo ben 13 anni di assedio, il Re non riuscì ad entrare nella città per cui al seguente cap. 29,18, il “nuovo Profeta Ezechiele” (non può essere lo stesso di prima: è cambiato lo scriba in possesso di nuovi dati ma non può smentire il precedente "Oracolo di Dio") pertanto si rimangia "l'innabissamento nelle acque del mare" della città di Tiro modificando il "vaticinio" come appresso:

“ ... Il re di Babilonia ha fatto fare al suo esercito un duro servizio contro Tiro: ogni testa è divenuta calva, ogni spalla scorticata ma non hanno ricavato da Tiro alcun salario del servizio che egli ha fatto contro di essa”.

Tiro sarà distrutta dai Musulmani nel 1292, ma dopo Cristo, 2000 anni dopo la profezia dell’Oracolo di Dio …  sulla terra fermasenza giacere nelle profondità del mare.

Ecco la “profezia” che riassume, accorpandole, tutte quelle esposte sopra ... ed altre ancora. Fu scritta da Zaccariaquando gli Ebrei avevano già perso lindipendenza:

“... Questa sarà la piaga con cui Geova (Yahweh) colpirà tutti i popoli che avranno mosso guerra a GerusalemmeImputridiranno le loro carni e mentre saranno ancora in piedi la lingua marcirà loro in bocca. (14.12).

Bene, ora, al termine di questa prima “tornata” di Annunzi Divini, valutiamo cosa si è realizzato dopo le innumerevoli “rivelazioni” dei Profeti ebrei.

Il loro sogno era quello di vedere al centro di un limitato territorio medio orientale il piccolo Regno di Giuda e, tutt’intorno, desolazione, deserto, morte. Questa era la loro aspirazione, attuata, naturalmente, grazie all’aiuto indispensabile e “infallibile” del loro Dio… per bocca dei Suoi Profeti

Sarebbe sciocco adesso, da parte mia, dire che quei Profeti, a dispetto delle rivelazioni divine, non ne hanno azzeccata una in quanto è fin troppo evidente che gli scribi che raffigurarono gli "Oracoli di Dio" erano consapevoli di non poter indovinare il futuro. Il loro è stato un esercizio di cattiveria pura, coperta, ipocritamenta, dalla volontà di una Entità superiore appositamente inventata. In preda a una sorta di "paranoia nazionalista" auguravano tutto il male possibile alle nazioni circonvicine in competizione fra esse: un inno all’odio. Uno sfogo di malvagia scelleratezza. Ma perché questo atteggiamento?


Parte II

Occore dare, seppur succinte, alcune informazioni storiche per spiegare l’odio degli scrittori biblici verso i Paesi confinanti. Tutti gli storici, da Liverani a Soggin a Garbini a Shlomo Sand (oltre ai noti Finkelstein e Silberman) sono concordi nell’affermare che il piccolo regno di Giuda, a parte un momento di espansione quando si è formato con Davide, è quasi sempre vissuto in una situazione di subalternità (vassallaggio); inizialmente sotto l’Egitto, poi sotto i Filistei e ad Israele, occasionalmente sotto Damasco e gli Assiri; di conseguenza obbligato a dilapidare le sue modeste ricchezze per pagare tributi ai suddetti Stati.
In quanto alle guerre, quindi, sono molte più quelle che ha perso rispetto a quelle che ha vinto.
Ecco spiegato l’odio contro tutti manifestato attraverso la “Rivelazione di Yahwè” e la Sua ira distruttiva e spietata nei confronti dell’umanità intera. Un odio che non ha eguali se paragonato a qualsiasi altra divinità pagana che l’uomo ha creato.

I “Profeti” baravano anche sulle dimensioni del loro Statolo allargavano a parole.

E questa strana “indipendenza” nazionale terminò, come sappiamo, con Nabucodonosor. Poi arrivarono i Persiani, poi Alessandro Magno, infine i Romani. Un popolo sempre sottomesso agli altri, un piccolo Stato scalcinato, una vita grama. Lo storico greco Erodoto transitò dalla Palestina per andare in Egitto ma non trovò degno di menzione il piccolo “Regno di Giuda”.

Il “Regno d’Israele”, in effetti, conobbe un breve periodo di espansione e di opulenza con la dinastia degli Omridi ma ben presto, nel 722 a.C., fu annesso dagli Assiri quando videro che c’era molta “polpa da mangiare” e questo evento indusse molti Ebrei, per affinità religiosa, a trasferirsi nel Regno di Giuda. Il Regno di Giuda, invece, sino allora costituito soprattutto da miseri villaggi di capanne e qualche piccola città, si alleò con l'Egitto avverso gli Assiri ma fu inutile : venne assalito e depredato dagli Assiri con imposizione di tributi pur senza essere annesso all'impero Assur.
Quando la realtà è brutta, non rimane che rifugiarsi nei sogni inventando una bella storia con un passato glorioso e potente, grazie anche all'intervento degli "Angeli", ovvero "entità spirituali" agli ordini di Dio... tanto astratte quanto fantasiose. Vediamo perché. 

Le schiere celesti di Dio

I Profeti ebrei falsificavano la propria storia interpretandola secondo una dottrina nazionalista che contemplava, nientemeno, l'intervento di angeli inviati direttamente da Yahweh per proteggere il popolo eletto e la città santa di Gerusalemme.
Nel 701 a.C. Sennacherib, Re degli Assiri, dopo aver conquistato 46 città fortificate del regno di Giuda, pose sotto assedio Gerusalemme.
In II Re 19,35-36 l'Oracolo di Dio scrive:

"Di notte l'Angelo del Signore scese e percosse nell'accampamento degli Assiri centoottantacinquemila uomini. Quando i superstiti si svegliarono al mattino, ecco, quelli erano tutti morti. Sennacherib, re d'Assiria, levò le tende e fece ritorno a Ninive".   

La "cronaca" biblica appena letta si conclude con uno spropositato sterminio di nemici Assiri e la fuga del loro re Sennacherib, il maggiore responsabile della guerra, il quale viene inspiegabilmente risparmiato dall'Arcangelo"Uriel(Luce di Dio), il vendicatore dalla spada fiammeggiante, ma... l'archeologia racconta una storia totalmente diversa e spiega perché Uriel non uccise il re invasore.
Nel British Museum di Londra è conservato il "Prisma di Taylor", una tavoletta d'argilla ritrovata fra le rovine del Palazzo Reale di Ninive. Nel reperto sono incise le operazioni militari condotte da re Sennacherib e le sue conquiste.
Fra queste viene descritta anche la guerra contro le forze giudaiche di re Ezechia e l'assedio di Gerusalemme:

"«Poiché Ezechia, re di Giuda, non volle sottomettersi al mio giogo, io lo affrontai, e con la forza delle armi e con il mio potere conquistai 46 delle sue città fortificate. Da quelle io feci 200.156 prigionieri, vecchi e giovani, uomini e donne, insieme a muli e cavalli, asini e cammelli, buoi e pecore. Costrinsi Ezechia a chiudersi dentro Gerusalemme, come un uccello in gabbia, costruendo torri intorno alla città per circondarlo e innalzando terrapieni sulle porte della città affinché non potesse fuggire. Preso allora dal terrore per la potenza del mio esercito, egli mi inviò i capi e gli anziani di Gerusalemme con 30 talenti d'oro e 800 talenti d'argento ed altri tesori per un immenso bottino. Tutto ciò fu portato da me a Ninive la capitale del mio regno»". 

Un talento babilonese o sumero pesava oltre 36 kg.... con buona pace del giustiziere della notte inviato da Dio, l'Arcangelo Uriel con la "spada fiammeggiante", nonché dei suoi Profeti inventori e di tutti coloro che credono negli "angeli custodi".                               

L’8 aprile 2001, in occasione della Pasqua ebraica, nel Sinai Temple (Sinagoga) di Los Angeles, davanti a 2200 persone, il Rabbino David Wolpe spiegò nel suo discorso che, molto probabilmente, il patriarca Abramo non è mai esistito. E neppure Mosè.
L’intera storia dell’Esodo quasi certamente non avvenne, pertanto sul Monte Sinai non fu consegnata nessuna legge a Mosè, così come non crollarono le mura di Gerico, né avvennero le sanguinose battaglie vinte da Giosuè per la conquista di Canaan. Il Rabbino, inoltre, ridimensionò lo “spessore” della grandezza di Davide e Salomone in base alle risultanze storiche.

La “prova regina”, a conferma che non c’è stato quel passato glorioso, è al Museo di Gerusalemme: nonostante gli annosi e prolungati scavi finanziati dalle autorità israeliane per ricercare e tentare di riportare alla luce qualche reperto, non esiste alcun resto, tanto meno vestigia, della vetusta civiltà descritta nell’Antico Testamento.
Mentre le testimonianze archeologiche delle civiltà sumero-accadica e assiro-babilonese hanno riempito i musei di questo mondo, dell’antico Regno di Israele/Giuda non si è trovato niente, nulla che possa confermarne la passata esistenza.

Spinoza Baruch, filosofo ebreo ed esperto di esegesi vetero testamentaria, dopo aver intuito e manifestato questa realtà almeno quattro secoli fa, venne bandito dall’ecumene ebraica e costretto a fuggire inseguito dalla famosa, rituale, maledizione biblica : “… che tu sia maledetto giorno e notte…”. Alla nostra epoca, invece, il Rabbino David Wolpe ha potuto esprimersi in una Sinagoga ricevendo, ovviamente, sia plauso che critiche composte.
La storia inventata

Davide non era un musico, non suonava l’arpa, non compose Salmi e nemmeno uccise il gigante Golia. Così leggiamo in 2 Samuele 21/19:

“ ... ed Elhanan figlio di Iarei di Betlemme colpì Golia di Gat, l’asta della cui lancia era come un subbio da telaio”.
Questo brano biblico, non è in contrasto con 1 Samuele 17,50:

“ Così David, prevalso sul filisteo con la fionda e una pietra, colpì il filisteo e lo uccise, ma non c'era la spada in mano di Davide”.

Infatti, contrariamente alla convinzione indotta al fine di magnificare un mito irreale, leggiamo che Davide uccise “un filisteo” con la fionda, viceversa “Elhanan figlio di Jairei” uccise Golia con la lancia. Sono due eventi diversi ma, mentre il primo fa il nome del nemico ucciso, vicevera il secondo no. A questo punto, i credenti che, con una forzatura, insistono nell’affermare che il gigante Golia fu ucciso da Davide, incappano in una assurda contraddizione perché è impossibile che Golia sia morto due volte.
Dalla Bibbia Davide risulta un ebreo della tribù di Giuda, nato a Betlemme e dunque suddito del regno filisteo di Gat. Entrò al servizio del re filisteo Akis come capo militare; dopo aver combattuto in difesa degli interessi filistei è probabile che ebbe un piccolo feudo a Hebron esteso poi a Gerusalemme; come scrive Liverani: “… sotto l’egemonia dei Filistei...”.
Il mitico "re Davide" era un capobanda, mercenario, che pretendeva anche il “pizzo” dai proprietari terrieri come potete leggere in 1 Samuele 25,5-8, in cambio di “protezione”:

“Davide avendo saputo nel deserto che Nabal tosava le sue pecore, gli mandò dieci giovani ai quali disse: salite a Carmel andate da Nabal salutatelo a nome mio e dite così: Salute! Pace a te, pace alla tua casa e pace a tutto quello che ti appartiene. Ho saputo che tu hai i tosatori;... trovino dunque questi giovani grazia agli occhi tuoi, giacché siamo venuti in giorno di gioia, e dà, ti prego, ai tuoi servi e al tuo figliuolo Davide ciò che avrai fra mano”. 

Ma Nabal si rifiuta di pagare il pizzo e rimanda indietro i giovani a mani vuote; per fortuna la moglie Abigail, donna avveduta, è informata della cosa da un servo e, prima che Davide arrivasse con  quattrocento guerrieri gli va incontro con tanta mercanzia che gli offre in cambio della pace. Il finale è bellissimo: Dio, che sta dalla parte dei mafiosi, fa morire quel Nabal che non voleva pagare il pizzo ed Abigail sposa Davide.
Sempre il “pio” Davide, in seguito, per poter andare a letto con la bella Betsabea fece in modo che il marito di lei [Uria] morisse in battaglia. C'è da sottolineare, soprattutto, che la maggior parte delle vittorie a lui attribuite sono le stesse che, prima di lui, furono accreditate a Saul. Dalla lettura della Bibbia, inoltre, riscontriamo gli stessi nemici combattuti ancora prima dei due grandi Re e descritti nel libro dei Giudici.
Sentite questa da 2 Samuele 24.9:

“... Ioab consegnò al re Davide la cifra del censimento del popolo ebreo: c’erano in Israele ottocentomila guerrieri che maneggiavano la spada; in Giuda cinquecentomila”.
Si calcola che a quell’epoca tutta la Palestina era abitata da 500.000 ebrei, donne bambini ed anziani compresi. Se Davide avesse avuto veramente a disposizione 1.300.000 guerrieri, avrebbe conquistato tutta la terra abitata fino alla Mongolia! Peraltro, all'epoca di Davide, secondo l'archeologo Finkelstein, Gerusalemme risultava essere: “Un tipico villaggio dell'altopiano”.
Identica solfa al “grande esodo dall’Egitto” (inventato), narrato in “Esodo” cap.12 v.37, del popolo ebraico; se davvero c’erano “seicentomila uomini robusti” avrebbero potuto conquistare l’Egitto stesso senza dover partire.

Anche Salomone divenne re di uno Stato “modesto e banale” come scrive Liverani. Non è stata trovata alcuna traccia del favoloso Tempio che lui avrebbe costruito (secondo la Bibbia fu realizzato da Davide prima di lui) né del suo bellissimo palazzo con tante scuderie. Nulla. Hiram di Tiro, il re che avrebbe aiutato Salomone a costruire quella magnificenza, non lo conosceva nemmeno. Non ci fu nessuna regina di Saba che arrivò a Gerusalemme per omaggiarlo (infatti Salomone regnava solo su Israele, quindi non risiedeva a Gerusalemme) e giammai un Faraone avrebbe dato una figlia in sposa ad un ebreo. Salomone non scrisse nulla di quanto attribuito a lui nella Bibbia. Dalla lettura del Profeta Amos, cap.1, nella versione non contraffatta della “Bibbia LXX”, sappiamo che Salomone fu deportato a Gerusalemme: anche lui era un “povero diavolo”.
Amos Cap. 1,6-11: “Così dice il Signore: «… per le tre colpe di Gaza e per le sue quattro non li perdonerò, perché essi hanno deportato Salomone per consegnarlo a Giuda » ... Così dice il Signore: «per le tre colpe di Tiro e per le sue quattro non le perdonerò, perché hanno consegnato la deportazione di Salomone a Giuda e non hanno ricordato il patto fraterno»”.
Di fatto ci fu un’alleanza tra i Filistei, la città di Tiro e il Regno di Giuda per combattere Israele, il cui re, Salomone, fu vinto, imprigionato e deportato a Gerusalemme. Il nome di Salomone non risulta scritto in alcun documento arcaico extra-biblico. Nessuno lo conosceva. Sarà esistito veramente? non sussiste alcuna prova … neanche una minima traccia.
In ogni caso, gli storici affermano che ci sono scarse probabilità sia esistito il regno unitario di Israele-Giuda, diversamente da quanto scritto nella Bibbia. Semmai combattevano fra loro come nemici perché si erano dimenticati del “patto fraterno”.
L’unica attestazione storica internazionale riguardante l’esistenza di un re ebreo dell’Antico Israele si trova in un basso-rilievo di un obelisco assiro ove si vede uno strisciante Re “Yehu”, sconfitto e prostrato al cospetto del vincitore Re assiro Salmanassar, seguito da tredici ebrei recanti i tributi.
Scrive Finkelstein nel suo libro “Tracce di Mosè” che è stata ritrovata una stele del IX secolo di Hazael, Re di Aram, nella quale si dice che lui sconfisse un re della “Casa di David”. Così sappiamo che almeno “un re della casa di Davide” è esistito.
Un piccolo accenno agli altri due grandi personaggi del Vecchio Testamento: Abramo e Mosè. Anche loro fanno parte della “Storia Mito” inventata e lo si evince osservando che questi personaggi appaiono nel libri scritti dall’Esilio Babilonese in poi. Ezechiele, per esempio, non conosce Mosè. E’ un Profeta presente a Babilonia per confortare gli Ebrei lì esiliati ma non ricorda di citare la narrazione epica:
“... come Dio, tramite Mosè, vi trasse fuori dall’Egitto per condurvi alla Terra Promessa, così ora… ecc.”.
E naturalmente lo conferma il Rabbino David Wolpe nel suo famoso discorso tenuto alla Sinagoga di Los Angeles aggiungendo: «Se un esponente, tuttora in servizio, del mondo ebraico ci informa che un pilastro del loro 'Credo' è crollato non possiamo fare altro che prenderne buona nota».
Ma non si poteva inventare quella Storia se, al medesimo tempo, non si inventava un Dio che doveva servire di aiuto fondamentale agli Ebrei in cammino.

Il Dio inventato si comportava così:
Giosuè 10,10-11: “... Geova lanciò dal cielo grosse pietre e molti morirono”Il versetto continua dicendo che gli uccisi da Geova con sassi dal cielo erano molto più numerosi di quelli uccisi con la spada dagli Israeliti;
Giosuè 10,40-42: “... non lasciò alcun superstite e votò allo sterminio ogni essere che respiracome aveva comandato Geovail Dio dIsraele”.E’ sconvolgente la disinvoltura con cui l’Antico Testamento descrive un Dio carico di odio contro tutta l’umanità.

Poi è la volta degli Amorrei e al cap.10,11 leggiamo che vengono sconfitti dagli Israeliti. Gli Amorrei erano un grande popolo che fondò Babilonia e annoverò un imperatore potente come Hammurapi il quale, fra l’altro, scrisse il famoso Codice Hammurabi (in accadico) con la Legge delle XII Tavole, scopiazzata dagli Ebrei mille anni dopo nella Legge Mosaica … ma l’ira di Yahweh non si placò:
1 Cronache 5.22: “... numerosi furono i feriti a morte dato che la guerra era voluta da Geova”;1 Samuele 15.2: “ non lasciarti prendere dalla compassione ma uccidi uomini e donnebambini e lattanti, buoi e pecore cammelli e asini”;Isaia 34.6: “… Geova ha una spada e deve riempirsi di sangue...”;Ezechiele cap. 21: “… la spada sguainata sarà contro ogni carne … stroncherò da te il giusto ed il malvagio … la spada dei massacri...”;Naum 1.2: “… Geova fa vendetta ed è disposto al furore: Geova fa vendetta contro i suoi avversari...”;Numeri 21.1: “ ... seguì quell’uomo di Israele nella tenda e li trafisse tutti e dueluomo e la donnanel basso ventre … «così (dice Geova) hai allontanato la mia Ira dagli Israeliti»...”.

Invece, perché ho ripreso le Scritture citate sopra dalla Bibbia dei “Testimoni” e ho volutamente sempre scritto “Geova” anziché il più comune “Yahweh” ?
E’ molto semplice: parlando con un TdG (Testimone di Geova) e dopo avergli mostrato “le Scritture” lui risponde che ci crede, e quelle battaglie sono realmente avvenute. Incalzandolo sul fatto che, per ordine di Dio, morirono un enorme numero di bambini e altre persone innocenti ha risposto: “… poi saranno tutti risorti…” Allora ho replicato che il loro Diomolto probabilmentenon sarà lo stesso Dio immaginato dalla massa dei credenti in buona fede che addirittura non ha letto la Bibbia. La reazione del devoto TdG, mio malgrado, mi ha lasciato di stucco con queste micidiali parole: “... del resto, nel Nuovo Testamento, lo stesso Dio manda suo figlio (Gesù) a farsi uccidere…”.
Ebbene, dopo questa funerea considerazione, penso proprio che i sinceri credenti debbano fare una riflessione su questo aspetto. Tanto più che, ancora sotto shock per la risposta, ho dimenticato di evidenziare che lo stesso Dio ha destinato Suo Figlio ad essere mangiato in particole, corpo e sangue, dai credenti che vogliono essere salvati nel Regno dei Cieli.

Nel famoso discorso tenuto da David Wolpe nel 2001, come riferito prima, dal momento che il Rabbino stesso dichiarò non esserci stato alcun Mosé e nessun Esodo, praticamente fa crollare i pilastri fondamentali della Fede ebraica riconducendola nei termini di una normale storia di un popolo mitizzata e gonfiata come una leggenda. 

Un’ultima osservazione in conclusione di questa seconda parte della lettura della Bibbia antica.
In Genesi, prima di iniziare il lungo racconto di storie inventate, troviamo inseriti due copia-incollaIl primo riguarda Adamo ed Eva.
Se andate al British Museum, salite al primo piano e nella sezione Sumerica, in una vetrina, è conservato un cilindro chiamato: La tentazione di Eva. In esso è raffigurato un uomo, una donna, un albero ed il serpente. Il cilindro è Accadico e risale al 2200 a.C.
Ma invitiamo i lettori a documentarsi sul link:


http://comeleggerelabibbia.blogspot.com/


Laltro copia-incolla riguarda il Diluvio

Ormai, sin dall’epoca di Orazio, è “lippis notum et tonsoribus” (cosa conosciuta dai miopi e barbieri = nota a tutti) che anche Noè ed il suo diluvio è una leggenda copiata da altri miti, precedenti quello ebraico, e appartenenti a civiltà ancor più antiche. Infatti la “creazione” ebraica è stata scritta nell’Antico Testamento circa seicento anni prima di Cristo, quando gli Ebrei erano esuli a Babilonia, nel cuore della Mesopotamia. Fu in quel ricco territorio, compreso tra i fiumi Tigri ed Eufrate, che cinquemila anni fa si radicò una grande civiltà con i suoi miti religiosi trasmessi da una generazione all’altra tramite poemi epici. Ne sono esempio l’Epopea di Gilgamesh, la Genesi di Eridu, o il poema di Atra-Hasis.
Una serie di miti che furono ripresi e adattati dal popolo ebraico durante lesilio a Babilonia in Mesopotamia …



Parte III

C’è da aggiungere che Geova era un Dio talmente imperfetto che si pentiva anche dei guai che combinava: Geova si pentì ricorre 16 volte nella Bibbia.

Ma veniamo al dunque. Nelle pagine precedenti ho, soprattutto, elencato scritti noti da secoli ma penso che molti non li conoscevano. Si sa che la Bibbia è il libro più venduto ma anche il meno letto al mondo, inoltre, se prendiamo gli “scritti sacri” e li raggruppiamo per tema fa molto più effetto leggerli. Non è vero?

Come scritto in precedenza, l’annuncio diramato da un influente Rabbino del Giudaismo Conservatore, il quale confermò che era crollato il pilastro portante dell’Ebraismo rappresentato da Abramo, Mosè, Esodo ecc., risale all’anno 2001; esattamente un anno dopo che il cristianesimo cattolico aveva celebrato a Roma il Grande Giubileo Mondiale del 2000 - quando era assiso sul Trono pontificio il Beato Papa Karol Wojtyla detto Giovanni Paolo II il Grande - strombazzato da tutti i mass media televisivi e cartacei. Diventa stridente il contrasto mediatico facendo il paragone dei due eventi opposti: nel mondo occidentale cristiano, le informazioni sulla credibilità storica dell’Antico Testamento sono state trattate e contenute in alcune riviste e libri riservati a pochi specialisti, senza alcun dibattito o inchieste, servizi televisivi… nulla. Tutto, stampa compresa, è stato azzittito da poteri forti e Governi filo confessionali.

Sul “New York Times” del 9 marzo 2002 apparve un lungo articolo di Michael Massing intitolato: “Quando i Rabbini affrontano i fattii racconti della Bibbia appassiscono” che riportava quanto affermato dal rabbino Dawid Wolpe. Eppure questo articolo, necessario alla corretta informazione pubblica, non è stato raccolto e ampliato dal resto dei media statunitensi pur essendo un utile supporto a dibattiti pubblici; al contrario, è stato calato il sipario e spenta la luce.
La Repubblica”, in Italia, riprese l’articolo del N.Y. Times e lo pubblicò il 10 marzo, un giorno dopo, ma senza alcuna risonanza anche qui da noi. Come mai? Dal momento che un dibattito scientifico, imperniato sulla credibilità dell’Antico Testamento e sulla raffigurazione di Dio e le Sue “gesta” in esso descritte, siamo certi, interessa sia i credenti che gli atei e gli agnostici.

Tutti gli italiani conoscono l’enorme potere del Vaticano in grado di condizionare i media, eppure negli Stati Uniti la cosa è ancora più evidente. Oltre la religione cattolica che, fra l'altro, è in minoranza in quel Paese, esistono anche ottanta milioni di Evangelici che annoverano anche l'ex presidente Bush come fedele, più una miriade di altre confessioni protestanti le quali, tutte insieme, ritengono la Bibbia il testo fondamentale del loro Credo. Valutato l’interesse politico, gli stessi mass-media, costituiti dagli organi di stampa e i network, si sentono a loro volta condizionati ed evitano di riferire i fatti come si sono svolti realmente. Ecco spiegato il motivo per cui, in buona parte del mondo occidentale, la Bibbia è protetta e celata al grande pubblico ancor più che dagli Ebrei.

Significativa la frase altisonante del domenicano Roland de Vaux, il cattolico che, tra i primi al mondo, ebbe il privilegio esclusivo di maneggiare i Rotoli di Qumram appena scoperti; frase che Vito Mancuso ha richiamato nel suo ultimo libro “Io e Dio” :

Se la fede storica di Israele non è fondata sulla storiatale fede è erroneae pertanto lo è anche la nostra fede”.

Un motto di grande effetto lasciato poi, gioco forza, cadere nell’oblio.
E’ trascorso più di mezzo secolo da quando i cristiani di tutto il mondo erano convinti che la propria Fede era supportata dalla Storia, ma, in questo lasso di tempo, storia, archeologia, logica e filologia hanno spinto la ricerca ad un punto tale che le tre grandi confessioni religiose monoteiste devono impedire ai rispettivi rappresentanti - “Santità”, “Ministri”, “Pastori”, “Don”, “Imam”, “Primati”, “Reverendi” o “Eccellenze” che dir si voglia -, tutti, nessuno escluso, di partecipare ad un confronto pubblico, con studiosi preparati, finalizzato a mettere in luce le gravi contraddizioni, vere e proprie sciocchezze, contenute sia nel Nuovo che nell’Antico Testamento.
   
Anche volendo considerare la religione solo sotto il contenuto escatologico, il punto fondamentale è il seguente: il credente cristiano, dopo aver appreso che nell’Antico Testamento ci sono tante favole, non può più illudersi che nel il Nuovo Testamento tutto è diverso. Gesù Cristo è Dio stesso sin dallinizio dei tempi.

Un antico proverbio latino così sentenzia: “Falsum in unum falsum in omnibus”.
Nell’Antico Testamento gli scribi non ci hanno raccontato un mondo reale ma, per usare un termine in voga oggi, un “mondo virtuale”. Gesù, ben schermato e protetto dal potere politico-religioso, è ancora stabile in questo mondo virtuale, "contenuto" nelle parabole appositamente scelte fra gli scritti evangelici e riferite dai pulpiti televisivi.

In Matteo 24,37 leggiamo che Cristo disse: “Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo (Gesù) ”, ma Noè, lo abbiamo visto, è favola;
inoltre Gesù dice “... siete figli di Abramo..”Abramo? favola;
Gesù viene chiamato Figlio di DavideDavide? niente più che un delinquente qualsiasi;
Gesù evoca la “Gloria di Salomone : un altro poveraccio;
Matteo 17,1-5 ci stupisce:

“Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò…ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia che conversavano con lui … Signore se vuoi farò tre tende, una per te, una per Mosè ed una per Elia”.

Mosè ed Elia? due personaggi leggendari della mitologia ebraica… e si potrebbe continuare a lungo.

Escludendo la storia che lo cancella impietosamente, a mio parere tutto potrebbe avere un senso se consideriamo anche Gesù un personaggio virtuale, basato su una fede astratta. Infatti, solo un personaggio virtuale può dialogare e interagire con l’immaginario mondo dell’Antico Testamento.

Diversamente, ha molto più senso logico una secolare evoluzione teologica iniziatasi da un ebreo realmente esistito: un autentico rivoluzionario giudeo che lottò contro il dominio romano. Giammai il personaggio Gesù, così come viene rappresentato nei Vangeli e poi giustiziato, può essere esistito veramente.

Abbiamo visto con quale abilità romanzesca gli scribi dell’Antico Testamento hanno inventato personaggi fiabeschi fatti passare come reali. Lo stesso metodo è stato adottato dagli scribi del Nuovo Testamento quando ci hanno propinato santi come Paolo o gli Apostoli sui quali non esiste nessun riscontro storico.
Di questi nuovi santi protagonisti miracolosi, seppur più vicini a noi rispetto a Mosè o Abramo, non sappiamo niente: dove e quando sono nati o morti. Nonostante siano stati dipinti come autori di gesta mirabolanti nelle città più grandi e famose dell’Impero Romano, nessuno storico loro contemporaneo ha mai saputo e quidi riferito dei loro prodigi. 

Nulla mi vieta di assimilare gli Evangelisti cristiani del Nuovo Testamento ai Profeti dell’Antico Testamento.

La religione è la branca del sapere umano dove troviamo più falsità rispetto a qualsiasi altra… basta semplicemente leggere i Sacri Testi”.
La citazione è mia, coniata adesso. 
Emilio Salsi

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